Sono 158 gli emendamenti al disegno di legge sul welfare giudicati inammissibili dalla
commissione Lavoro della Camera. In tutto ne sono stati presentati 485, di cui 202 dell'Unione e 283 della Cdl. L'opposizione, dunque, contenendo il numero degli emendamenti sembra mirare a condurre una battaglia di merito sul provvedimento, sfruttando eventuali contraddizioni della maggioranza.
Intanto l'orientamento della maggioranza andrebbe nella direzione di accantonare, nel pomeriggio, all'inizio dell'esame del Ddl welfare in commissione Lavoro alla Camera, gli articoli 1, 9 e 11 che riguardano argomenti «caldi»: il superamento dello scalone pensionistico e tetto per i lavori usuranti; la delega al Governo per il riordino dei servizi per l'impiego, incentivi all'occupazione e all'apprendistato; le nuove norme sul lavoro a tempo determinato. Lo scopo sarebbe quello di cercare un'intesa complessiva nella maggioranza sul provvedimento, accantonando i nodi più spinosi.
Per esempio, sull'articolo 1 del provvedimento si scontrano emendamenti contrastanti della maggioranza: la Rosa nel Pugno ha proposto un emendamento che riporterebbe lo scalone della Legge Maroni, così come propongono anche Lega e Forza Italia, mentre Prc e Pdci vorrebbero un ulteriore ammorbidimento degli scalini previsti dal protocollo del 23 luglio: dallo slittamento al 2009 dell'entrata in vigore e un ulteriore abbassamento dei requisiti anagrafici e contributivi.
La sinistra radicale, compresi Sd e Verdi, dichiara battaglia sulla questione dei lavori usuranti. Prc, Pdci, Verdi e Sd hanno presentato emendamenti comuni per evitare una delega al Governo per definire cosa siano i lavori usuranti. Altri emendamenti prevedono, poi, una modulazione più o meno ampia della definizione di questo tipo di lavoro, che consentono una deroga rispetto ai nuovi criteri per maturare il diritto alla pensione anticipata.
Altro punto caldo la stabilizzazione dei lavoratori precari. Un emendamento abbassa da 36 a 30 il tetto massimo di mesi di contratto a tempo determinato prima che sia trasformato in contratto a tempo indeterminato. Rifondazione, Verdi, Pdci e Sd propongono, poi, che nel calcolo della soglia dei 36 mesi, periodo massimo per i contratti a termine, si tenga conto anche di altre tipologie di contratto come la collaborazione a progetto.
Per il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, preoccupato per la quantità di emendamenti presentati, il Governo deve sostenere senza modifiche «gli accordi sottoscritti per evitare gravi conseguenze sul piano delle relazioni con le parti sociali». Per il presidente degli industriali «se venisse modificato si tratterebbe di un vero attentato alla pratica della concertazione». Montezemolo ha sottolineato che «non é in discussione la sovranità del parlamento nell'intervenire sui contenuti dei provvedimenti legislativi. Ma il metodo della concertazione funziona perché una volta raggiunto un patto concertativo con imprenditori e sindacati il governo é impegnato a promuoverlo e sostenerlo nelle sedi parlamentari».