La tanto attesa settimana della verità per il Governo Prodi si apre domani con le votazioni in Aula, a Palazzo Madama, sulle pregiudiziali di costituzionalità della Finanziaria. Per il premier saranno i primi indizi sulla reale compattezza della maggioranza e sulle possibilità di garantire l'approdo alla manovra 2008 e, quindi, la sopravvivenza all'Esecutivo. Ma i risultati delle prime votazioni dovrebbero anche contribuire a rendere più nitida al presidente del Consiglio la strada da imboccare per superare indenne lo scoglio del Senato: se ricorrere o meno al voto di fiducia.
Gli emendamenti presentati entro i termini fissati ieri, fanno ben sperare: poco meno di 700, circa 500 targati Cdl, con i 100 dell'Udc che potrebbero essere ridotti. Ma tra questi ci sono anche i due insidiosissimi emendamenti dei senatori diniani (li firma Natale D'Amico) per contrastare il piano triennale di stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. E gli emendamenti proposti dai senatori dissidenti Franco Turigliatto e Fernando Rossi, autore quest'ultimo del raddoppio del bonus incapienti nel decreto fiscale. Sul fronte interno vanno poi conteggiati gli emendamenti del vicepresidente del Senato Gavino Angius (Costituente socialista), che puntano aumentare gli aiuti per i giovani precari e gli incentivi fiscali per le imprese che investono in innovazione e ricerca. Infine c'è la proposta di maggiori risorse per le forze dell'ordine presentata da Nello Formisano (Idv).
Ieri il relatore Giovanni Legnini ha apprezzato lo sforzo dell'opposizione: «Certo – ha osservato – 700 voti sono difficili da sostenere. Naturalmente, il ricorso alla questione di fiducia è una prerogativa del governo». Prodi seguirà passo passo i lavori in Aula. Ma con un orecchio attento a ciò che accadrà alla Camera, dove, sempre la prossima settimana, cominceranno il loro cammino il decreto fiscale e il collegato sul Welfare, ovvero le altre due tessere fondamentali del mosaico della manovra disegnato dal Governo. Anche perché l'umore di diversi deputati, a partire da quelli della sinistra (su lavori usuranti e mercato del lavoro) e dai diniani (rigido rispetto dei tetti di spesa) potrebbe variare a seconda delle decisioni che nelle stesse ore verranno prese a Palazzo Madama.
Un'unica partita su due diversi campi da gioco, insomma. Palazzo Chigi ha già fatto capire che il raddoppio dell'agevolazione da 150 a 300 euro è insostenibile. Il compromesso con Rossi potrebbe essere raggiunto sul ripristino dei 150 euro di bonus mettendo però già nero su bianco un aumento di questo "aiuto" nel 2009. Resta da vedere se il Governo, già alle prese con problemi di copertura su altre misure, opterà davvero per questa soluzione. Così come resta da vedere se la maggioranza al Senato sarà in grado di ammortizzare il no dei diniani alla stabilizzazione dei precari. Diniani che attendono indicazioni precise da Montecitorio sul ripristino del tetto per i lavori usuranti da esentare dalle nuove regole previdenziali. Ma la reintroduzione di questo tetto rischierebbe di far saltare la faticosa intesa raggiunta sul protocollo Welfare con la sinistra, Rinfondazione in testa.
Un altro punto interrogativo è quello relativo ai senatori a vita. Davanti ad un eventuale ricorso alla fiducia, i senatori, come Carlo Azeglio Ciampi, Oscar Luigi Scalfaro e Francesco Cossiga, potrebbero ripresentarsi nell'Aula di Palazzo Madama, disertata negli ultimi mesi. Ma la matematica certezza non c'è.
Le incognite non mancano. E non ultima è quella delle tabelle di marcia abbozzata per i tre provvedimenti. La Finanziaria dovrà essere approvata al Senato entro la prima metà di novembre, stesso periodo (14 novembre) in cui il decreto dovrà approdare in Aula a Montecitorio dopo l'esame in commissione Bilancio. Nello stesso mese di novembre il collegato sul Welfare navigherà in commissione Lavoro con l'obiettivo di fare la sua apparizione in Aula alla Camera alla fine di novembre. Una lenta marcia che potrebbe indurre l'Esecutivo, se avrà superato lo scoglio del Senato, a inserire il protocollo sul Welfare in un maxi-emendamento alla Finanziaria su cui porre la fiducia alla Camera.
LE PROSSIME TAPPE
5 novembre
Il voto del Senato
Il disegno di legge Finanziaria 2008, approvato in sede referente dalla Commissione Bilancio, arriva in Aula lunedì 5 novembre. Il calendario prevede il varo della legge e del Bilancio di previsione entro mercoledì 14 novembre
7novembre
Voto sugli emendamenti
Dopo il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità e la discussione generale si passa al voto degli emendamenti. È il momento più critico per la tenuta della maggioranza con emendamenti come quello di Dini sui precari
14 novembre
L'esame del decreto
Il decreto fiscale è all'esame della Commissione Bilancio della Camera a partire da martedì 6 novembre. Il passaggio in Aula è previsto entro il 14 novembre. Il giorno successivo, alla Commissione Bilancio arriverà il disegno di legge Finanziaria votato dal Senato. Il testo poi passerà all'esame dell'Aula che dovrebbe dare il via libera entro il 24 dicembre
26 novembre
Collegato Welfare
L'esame del Ddl su pensioni, lavoro e competitività, collegato alla Finanziaria, è all'esame della Commissione Lavoro della Camera da giovedì 8 novembre. Il testo dovrà passare all'esame dell'Aula il 26 novembre; il voto finale è previsto entro il 29 novembre, dopodiché il Ddl passerà all'esame del Senato
31 dicembre
L'approvazione finale
Il Parlamento dovrà approvare in via definitiva la Finanziaria 2008 e il Bilancio di previsione entro il 31 dicembre. È il termine ultimo per evitare l'esercizio provvisorio.
Primo passaggio in Aula per la Finanziaria