Stasera alle 20 inizia la prima chiama della votazione per appello nominale sulla fiducia posta dal Governo sul maximendamento al decreto legge collegato alla Finanziaria 2008.
Intanto in aula alla Camera sono finite le dichiarazioni di voto sulla fiducia. Il maxiemendamento è stato presentato in aula a Montecitorio lunedì sera dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti, visto che Unione e Cdl non hanno trovato un'intesa sui tempi di approvazione del provvedimento. Una fiducia annunciata da giorni, che era stata autorizzata dal Consiglio dei ministri del 16 novembre. La Sinistra critica, tramite il portavoce Salvatore Cannavò, ha già annunciato che non voterà la fiducia, «perché è l'antipasto per il voto sul welfare». La fiducia, ha spiegato il mistro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti, «è tecnica, non politica. Non c'erano alternative per convertire il testo».
Intanto sono stati presentati oltre 190 ordini del giorno. Al loro esame dovrebbe essere dedicata l'intera giornata di domani. Il voto finale sul provvedimento, che deve essere convertito in legge entro il 1° dicembre, dovrebbe giungere giovedì a Montecitorio, come stabilito dalla Conferenza dei capigruppo. Poi il provvedimento passerà nuovamente al Senato per il via libero definitivo.
Alla Camera non ci sarà un portavoce unico nelle dichiarazioni di voto sulla fiducia al decreto fiscale perchè i regolamenti di Montecitorio non lo consentono. «Abbiamo fatto una riunione dei
capigruppo della sinistra - sottolinea Titti Di Salvo, capogruppo di Sd - per decidere le linee di lavoro comune sulla finanziaria così come abbiamo fatto sul welfare». Su welfare e finanziaria ci saranno, comunque, emendamenti comuni.