Superato lo scoglio delle pregiudiziali di costituzionalità alla Finanziaria con 161 voti contrari e 156 favorevoli. In aula sono state cinque le questioni pregiudiziali di costituzionalità alla Finanziaria, che da questo pomeriggio è all'esame dell'Aula del Senato. «Abbiamo rinviato la spallata»., ha commentato il premier Romano Prodi, ironizzando sulla più volte annunciata spallata al governo di Silvio Berlusconi. «Il risultato del Senato - sottolinea il premier Prodi - dimostra ancora una volta che la maggioranza, quando è ora di votare, vota compatta». Ai testi depositati da Calderoli (Lega), Saporito (An), Azzollini (Fi) e Baccini (Udc) si è aggiunto quello del senatore di Forza Italia Andrea Pastore. Respinto con voto unico il capitolo pregiudiziali, l'aula ha anche bocciato la proposta del leghista Roberto Calderoli di sottoporre la Finanziaria al parere del Cnel: i voti sono stati 161, i sì 156. Ora si é aperta la discussione generale, mercoledì si dovrebbe passare al voto degli emendamenti. È ventilata l'apposizione della fiducia.
Il capogruppo di Forza Italia Renato Schifani ha detto, rivolgendosi in aula al ministro dell'Economia che se il Governo intende far ricorso al voto di fiducia sulla Finanziaria lo deve dire subito. «Se volete andare alla fiducia - dice Schifani a Padoa-Schioppa - ditelo subito così evitiamo questa sceneggiata. La maggioranza fa melina per guadagnare tempo e mettere la fiducia». Schifani critica l'atteggiamento «offensivo» del ministro dei Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti, che ha dichiarato che se l'opposizione riduce i propri emendamenti presentati in Aula a 200 si potrà evitare il ricorso alla fiducia. «Non è mai successo - sottolinea Schifani - che un ministro dettasse i numeri, lo considero un atteggiamento offensivo».
Per Anna Finocchiaro, presidente dei senatori dell'Ulivo, «la maggioranza ha retto benone, non bene. Oggi, ancora una volta, abbiamo superato serenamente questa prova e questo voto dimostrando una forte coesione. Un grande risultato, ma sapevamo che oggi sarebbe andata bene». Forti le frizioni interne alla maggioranza su specifici emendamenti. L'atmosfera è tesa: i senatori della sinistra critica Franco Turigliatto e Salvatore Cannavò, annunciano che su finanziaria, welfare e decreto sicurezza, «siamo alla Caporetto della sinistra» e con queste misure, «noi siamo all'opposizione». Secondo i due senatori «con l'approvazione da parte dei ministri della sinistra, a partire da Rifondazione, del decreto sicurezza un'altra diga a sinistra è saltata. La diga della civiltà giuridica, della tolleranza, della diversità sostanziale rispetto alle destre».
A Palazzo Madama per l'esame congiunto del disegno di legge sul bilancio dello Stato e della legge finanziaria gli scranni erano pieni. In aula anche il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, accanto a lui i ministri della Giustizia Clemente Mastella, della Salute Livia Turco, il ministro per le Pari opportunità Barbara Pollastrini, il sottosegretario all'Economia, Alfiero Grandi e il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Giampaolo D'Andrea. Tre i senatori a vita presenti: Emilio Colombo, Rita Levi Montalcini e Oscar Luigi Scalfaro in aula dopo un lungo periodo di assenza. Assenti i senatori a vita Giulio Andreotti, Carlo Azeglio Ciampi e Sergio Pininfarina. Francesco Cossiga aveva già annunciato che non avrebbe votato. Presente anche il senatore eletto in Argentina Luigi Pallaro, assente nelle ultime sedute.
