Costi di recupero o smaltimento a carico dei produttori e degli importatori. Ritiro gratuito delle apparecchiature dismesse dai consumatori e dagli utilizzatori professionali. Obiettivi di raccolta differenziata e di recupero degli apparecchi, dei componenti e dei materiali. Sono questi i principali obblighi introdotti dalla direttiva 2002/96/Ce sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (in sigla «Raee») e dal decreto legislativo 151/05.
Le norme entreranno in vigore martedì 20 novembre, in seguito alla pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» del decreto ministeriale 25 settembre 2007, n. 185. Il provvedimento istituisce il Registro nazionale dei produttori (si veda anche quanto segnalato sul Sole-24 Ore di ieri). Ma il nuovo regime sarà già parzialmente operativo da lunedì prossimo, con la previsione dei «sovraprezzi», come si dirà più oltre.
Con il Registro nazionale dei produttori si realizzerà un censimento degli operatori e, sulla base delle informazioni sul peso degli apparecchi immessi sul mercato, si definirà la ripartizione fra le imprese dei costi di raccolta e recupero dei Raee. Le iscrizioni saranno gestite dal sistema delle Camere di commercio che, insieme ad Anie, ha predisposto un manuale che verrà diffuso nei prossimi giorni.
Dalla direttiva ai Comuni
Il ragionamento sul quale si fonda la direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche è uno dei cardini delle politiche ambientali europee, ed è, almeno nel caso dei rifiuti di imballaggio, ampiamente sperimentato. Ogni produttore, essendo obbligato per legge a farsi carico dei costi di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti generati dai beni immessi sul mercato, per ridurre le spese sarà stimolato a introdurre tutti gli accorgimenti in grado di limitare il volume, il peso e la pericolosità degli apparecchi.
Se su questi problemi sono chiamati ad agire fondamentalmente i produttori – e gli importatori o i soggetti che immettono per primi sul mercato nazionale questi beni –, su quello della raccolta selettiva dei Raee la responsabilità pesa sui servizi pubblici di raccolta, sulla catena distributiva e sui consumatori. A questi ultimi, infatti, tocca riportare gli apparecchi al rivenditore o ai centri di raccolta organizzati dai Comuni.
Il modello italiano
Il decreto legislativo 151/05 aveva già disposto il rinvio di un anno delle iniziative per assicurare il raggiungimento degli obiettivi di reimpiego, riciclaggio e recupero previsti dalla direttiva 2002/96/Ce. Successivamente, tre provvedimenti hanno prorogato la scadenza alla data di entrata in vigore dei decreti istitutivi del Comitato di vigilanza e controllo e del Registro dei produttori.
Il ritardo, rispetto a quanto previsto dalla direttiva Ue, e l'assenza di qualsiasi indicazione legislativa sulle caratteristiche del sistema di raccolta e recupero hanno però consentito alle imprese italiane di dotarsi di uno schema organizzativo originale, il cosiddetto modello multiconsortile.
A differenza di quanto avviene in altri Paesi europei, la competizione finalizzata all'incremento dell'efficacia e dell'economicità tra i dodici sistemi collettivi nati per gestire i Raee provenienti dai nuclei domestici dovrebbe, infatti, trovare un limite nell'esigenza di garantire condizioni uniformi di raccolta sull'intero territorio nazionale.
Il risultato potrà essere conseguito, secondo gli ideatori del modello, grazie all'azione del Centro di coordinamento, che ripartirà tra i sistemi collettivi i centri di raccolta comunali, avendo cura di classificarli in ragione della minore o maggiore difficoltà di assicurare la raccolta presso quell'impianto e di assegnarli in modo equo sulla base della somma delle quote di mercato delle imprese aderenti.
Dal 12 novembre
Per finanziare il sistema di raccolta e di recupero, i produttori di apparecchiature hanno la possibilità, ma non l'obbligo, di applicare un contributo: la cosiddetta visible fee. Il sovrapprezzo, definito dal produttore o dal sistema collettivo al quale ha aderito, deve essere commisurato ai costi sostenuti per garantire il recupero o il riciclo e verrà applicato da lunedì prossimo, 12 novembre.
Il sistema distributivo riceverà fatture in cui sarà evidenziato il contributo e dovrà comunicare ai consumatori, con cartelli nei punti vendita, l'ammontare del fee richiesto dal produttore.
Il sistema realizzerà così una diversa ripartizione dei costi di gestione dei rifiuti tecnologici: mentre oggi sono pagati in modo indifferenziato da ogni cittadino con la tassa o la tariffa per la gestione dei rifiuti urbani, nelle prossime settimane le risorse per garantire il recupero degli apparecchi saranno assicurate dai consumatori che acquisteranno questo genere di prodotti.