Al Senato sul ddl welfare sarà fondamentale l'apporto dei senatori a vita. Il senatore della Sinistra critica Franco Turigliatto ha, infatti, annunciato che sul disegno di legge che recepisce il protocollo welfare del 23 luglio scorso voterà no. «Io voterò no - ha detto il senatore Turigliatto - anche se mettono la fiducia voterò no, non recedo dalla mia posizione». Il ddl di riforma del welfare, per Turigliatto, è una «ferita gravissima, un provvedimento inaccettabile».
Se Turigliatto voterà contro, dunque, il risultato al Senato sarà di 157 a 157, visto che la differenza tra la maggioranza e opposizione è solo di 2 voti. «Non posso farci niente - dice il senatore che ha lasciato il Prc - i voti se li prendano dai senatori a vita. Io non faccio più parte della maggioranza, come ho avuto modo di dire anche in aula e sono all'opposizione da sinistra».
Al Senato, però, in caso di parità di voti il provvedimento viene bocciato. Tornerebbe, dunque, lo scalone della legge Maroni, fortemente criticato dalla sinistra. Per tutta risposta Turigliatto fa spallucce: «Hanno levato lo scalone per lasciare gli scalini, rimane una pessima legge». Dunque, quando il ddl welfare, che oggi riceverà il voto sulla fiducia e domani mattina sarà licenziato dalla Camera, approderà al Senato, dove i numeri della maggioranza sono risicati, saranno i senatori a vita l'ago della bilancia.