La spesa per l'acquisto di carburanti per autotrazione negli ultimi anni è costantemente aumentata per effetto non solo del rincaro del greggio - e quindi del prezzo industriale-, ma anche dell'aumento del prelievo fiscale. E questo è accaduto nonostante i consumi di carburante siano tendenzialmente in calo per lo sforzo compiuto dalle case automobilistiche per contenerlo e per l'affermazione del diesel, che a parità di percorrenza, rispetto a un motore a benzina, ha consumi medi inferiori di circa il 30 per cento.
Il prezzo alla pompa di benzina e gasolio per autotrazione è formato da tre componenti: il prezzo industriale, l'accisa (o imposta di fabbricazione) e l'Iva, che si calcola sulla somma del prezzo industriale e dell'accisa.
Se confrontiamo il prezzo alla pompa della benzina nel 2000 e quello medio dei primi 11 mesi del 2007, si nota che c'è stato un aumento del 19,5 per cento. Questa crescita è stata determinata da incrementi del 35% del prezzo industriale, dell'8,3% dell'accisa e del 19,4% della componente Iva. È quindi evidente che a spingere verso l'alto il prezzo alla pompa non è soltanto il prezzo industriale, ma anche il Fisco. Se tra il 2000 e il 2007 il prelievo fiscale sui carburanti fosse rimasto invariato, il costo della benzina nel 2007 non sarebbe di 1,292 euro, bensì di 1,214: sarebbe cioè inferiore del 6 per cento.
Per il gasolio la situazione è ancora peggiore, perché la crescita del 29,3% del prezzo alla pompa è stata determinata da incrementi del 51,1% del prezzo industriale, dell'8,6% per l'accisa e del 29,7% per la componente Iva. Se tra il 2000 e il 2007 il prelievo fiscale sui carburanti fosse rimasto invariato, il costo del gasolio nel 2007 non sarebbe di 1,152 euro, ma di 1,075 (-7%).
In una situazione di persistente tensione dei prezzi del greggio, l'Italia non può più permettersi che il costo dei carburanti per autotrazione venga spinto verso l'alto non solo da una situazione del mercato delle materie prime, che bisogna comunque prevedere e accettare, ma anche dalla politica fiscale. L'Erario non può continuare a calcare la mano sui carburanti, che già contribuiscono per il 41,7% al gettito fiscale legato alla motorizzazione.
Le conseguenze per chi utilizza autoveicoli e per il sistema dei prezzi sono già oggi molto pesanti: occorre dunque non solo non contribuire a peggiorarle, ma cercare di alleviarle, trasferendo sulla fiscalità generale una parte del carico sulla motorizzazione, in particolare di quello sui carburanti.