Un emendamento bipartisan e una richiesta al Governo per rendere strutturale e permanente il 5 per mille. Promotori dell'emendamento l'Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, organismo che raccoglie oltre 260 parlamentari di maggioranza e opposizione. Sono tre le modifiche sul 5 per mille, che l'intergruppo vorrebbe inserire con un emendamento nella manovra di fine anno: rendere strutturale e permanente il 5 per mille, assicurando una adeguata copertura finanziaria, a partire da quella per il 2009, di almeno 400 milioni di euro. Poi riformulare la platea dei destinatari, reinserendo, come spiega Gabriele Albonetti (Pd), le fondazioni senza scopo di lucro. L'appello all'Esecutivo è stato presentato oggi a Montecitorio nel corso di una conferenza stampa, da Gabriele Albonetti (Pd), questore della Camera, Maurizio Lupi (Fi), Gianni Alemanno (An), Luca Volonté (Udc) ed Ermete Realacci (Pd). Fra le altre oggi il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero ha sottolineato che il 5 per mille «deve diventare strutturale e deve essere contenuto in Finanziaria secondo gli accordi presi».
«Abbiamo deciso di intraprendere questa battaglia - ha spiegato Lupi - perchè crediamo che il 5 per mille rappresenti una concezione intelligente della fiscalità intesa non come vessazione, ma come risposta ai bisogni concreti dei cittadini». Albonetti spiega che alla luce dell'esperienza passata serve una copertura di 400 milioni di euro e sottolinea che «il Governo e il relatore sono disposti a dare il proprio sostegno all'emendamento: saremo custodi di questa proposta perché vada a buon fine». Il cinque per mille è giunto al terzo anno di applicazione e Albonetti sottolinea come i primi due anni di prova abbiano dimostrato che si tratta «di una misura che riscuote un interesse straordinario, tanto da chiedere al Governo che diventi una disposizione strutturale». Anche Ermete Realacci sottolinea l'alto gradimento del 5 per mille, «visto che 15,8 milioni di cittadini nel 2006 hanno sostenuto la misura, versando al volontariato, alla ricerca sanitaria e scientifica 345,2 milioni di euro». I beneficiari sono stati 20.958 associazioni di volontariato, 439 enti e università che svolgono ricerca scientifica, 49 che svolgono attività sanitaria e 8.086 Comuni.
Realacci, inoltre, sottolinea come già i dati provvisori per il 2007 resi noti dall'Agenzia delle entrate (14 milioni e 700mila contribuenti italiani hanno effettuato una scelta) indichino che la misura è molto sentita dai contribuenti e contribuisca a rinsaldare il rapporto fra associazionismo e cittadini. Luca Volonté, poi, spera che il limite di spesa venga abolito nei prossimi anni, visto che «l'introduzione di un tetto è un'appropriazione indebita: se i cittadini che lo scelgono fossero di più di quelli previsti, andrebbe a finire che il 5 per mille diventerebbe il 4 o 3 per mille».
La richiesta di un cinque per mille strutturale e permanente è stata sottoscritta nei mesi scorsi da moltissimi lettori del Sole 24 Ore, che hanno firmato la petizione lanciata da Nova. Rendere strutturale la misura sarebbe anche una risposta agli oltre 15 milioni i contribuenti che hanno firmato la dichiarazione dei redditi per devolvere la loro quota a una specifica iniziativa. Per Alemanno si tratta di un «segnale di democrazia fiscale: il cittadino decide a chi destinare una parte del gettito. E la politica fa un passo indietro».