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Il Capo dello Stato tuona contro la Finanziaria monstre

di Nicoletta Cottone

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20 dicembre 2007

Il Capo dello Stato tuona contro la Finanziaria monstre. «Anche quest'anno - ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso al Quirinale dinanzia alle più alte magistratire dello Stato - in misura solo lievemente attenuata rispetto allo scorso anno, l'approvazione della legge finanziaria é stata in ultima istanza affidata a congegni di abnorme accorpamento, con conseguenti voti di fiducia, di norme accresciutesi senza misura nel corso del dibattito parlamentare». Per Napolitano, «a questo conduce l'asprezza dello scontro politico, la difficoltà di intese efficaci sulle procedure e sui tempi in Parlamento, il persistente, ingiustificabile ritardo nell'affrontare una riforma razionalizzatrice delle normative vigenti in materia di contabilità e di bilancio dello Stato nel suo insieme». Per il Capo dello Stato un nuovo nulla di fatto sulla riforma elettorale, poi, avrebbe gravi conseguenze. «Al fondo di molte inquietudini e manifestazioni di sfiducia - sottolinea il Capo dello Stato - c'è un insoddisfatto bisogno di conclusioni effettive e convincenti rispetto all'infinito trascinarsi di vani discorsi di riforma». Al termine della cerimonia sul Colle il premier Romano Prodi concorda sull'analisi del Capo dello Stato. «Il presidente della Repubblica - dice Prodi - ha perfettamente ragione ma non c'é sostanzialmente altra via» se non la riforma della sessione di bilancio.

Napolitano ha anche lanciato un richiamo a tutte le istituzioni, «perché si manifestano troppi segni di tensione, di scarsa considerazione del principio di leale cooperazione, di attenuazione o smarrimento del senso del limite e del reciproco rispetto». Chiede collaborazione con quanti sono chiamati a esercitare «un controllo di legalità su atti e su comportamenti di centri di decisione pubblici e di singoli soggetti, fiducia nell'impegno di tutte le istanze giurisdizionali, e nello stesso tempo, sobrietà e rigore, scrupolo nell'applicazione delle norme, delle procedure e delle garanzie poste dalla legge da parte di chi indaga e di chi è chiamato a giudicare». Necessario ridurre il tasso di esasperata partigianeria, muoversi in un clima di ascolto reciproco, con un ponderato e lungimirante esame dei problemi sul tappeto, «pur nell'alternarsi degli schieramenti alla guida del Paese». Fondamentale il dialogo, il contributo di tutte le forze politiche, per ottenere rapidamente risultati concreti. Necessari più razionali equilibri istituzionali e procedure di decisione e di governo più rapide e sicure. Il Capo dello Stato ha anche lodato l'Italia che «non cede alla ricorrente sindrome o profezia del declino, che reagisce alla difficoltà e affronta le sfide: l'Italia ricca di talenti, di volontà costruttiva e di generosità, nella quale ci riconosciamo e che anche fuori dai nostri confini tutti sanno vedere e apprezzare».

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