La manovra finanziaria lorda è ora di 15,6 miliardi di euro, ma l'effetto sul deficit è di 6.080 milioni di euro. Lo riporta la tabella consegnata dal ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa durante la sua replica al Senato dalla quale emerge che la manovra, inizialmente di 11,247 miliardi, è salita a 13,327 miliardi dopo il primo passaggio al Senato, per poi svettare a 15,6 milairdi nel passaggio alla Camera. Non manca, nella replica, una citazione di Kant. «A chi gli chiedeva se valesse la pena rischiare per una causa giusta, lui rispondeva: "coloro che dicono che il mondo andrà sempre così come é andato finora contribuiscono a far sì che l'oggetto della loro predizione si avveri"». Il ministro ricorda che riportò questa citazione nel Dpef di legislatura presentato nel luglio 2006 e sottolinea che la manovra di bilancio rappresenta «un tassello di un complicato mosaico di azioni legislative, amministrative e di cambiamenti culturali necessari per modificare la direzione di marcia del paese». Un tassello al quale non può essere attribuita tutta la responsabilità di un eventuale successo o insuccesso dell'azione di politica economica del governo. Per Padoa-Schioppa, comunque, «il mosaico sarà completo quando l'Italia tornerà a crescere in maniera sostenuta e duratura. Il risanamento dei conti pubblici e il miglioramento della qualità della spesa sono condizioni essenziali».
Il ministro promette maggiore vigore nella restituzione fiscale cominciata quest'anno, azione che sarà tanto più incisiva, quanto più diventerà strutturale il recupero di gettito. «I dati sul 2007 sono confortanti - dice Padoa-Schioppa - e confermano il cambiamento di trend cominciato nel 2006». Padoa-Schioppa ricorda che secondo le ultime valutazioni, pervenute ieri, le principali imposte «mostrano un andamento più che positivo a conferma del recupero di base imponibile». Il ministro sottolinea che comunque «sará necessaria un'azione vigorosa per rendere questi andamenti strutturali nel tempo». Il pubblico impiego, poi, andrà ripensato. Indispensabile anche intervenire sui meccanismi profondi di generazione della spesa «rivedendo le priorità in ciascun settore in un'ottica di recupero di risorse da investire in spesa migliore e riduzione del debito».