Il Governo ha incassato un tris di fiducie alla Camera sui tre maxiemendamenti che hanno sostituito integralmente la Finanziaria per il 2008. Una manovra che nel cammino parlamentare è lievitata di circa 5,6 miliardi di euro, passando dai 10,7 miliardi iniziali, ai 12,9 del Senato, fino a salire alla Camera a quota 16,3 miliardi. Lievitata anche nel numero di commi: partiti da Palazzo Chigi con 97 articoli, si è passati ai 151 articoli del Senato per salire a quota 1.201 commi, divisi in tre articoli.
Le votazioni sono iniziate tardo pomeriggio di ieri e sono andate avanti fino a notte inoltrata. Poco dopo le 20,00 è arrivato il via libera alla prima fiducia con 324 sì e 204 voti contrari. Poco prima delle 23 il Governo ha incassato la seconda fiducia con 326 sì e 73 no. Forza Italia ha abbandonato l'Aula della Camera e non ha partecipato al voto di fiducia sul secondo maxiemendamento per protesta contro la decisione di proseguire i lavori dell'assemblea nonostante ci fosse un errore materiale nello stampato del testo. Dopo il comitato dei Nove che si era riunito per risolvere il problema si è deciso infatti di procedere. Pochi minuti prima dell'una è arrivato il terzo sì dell'assemblea con 322 sì e 99 no. Nel testo del terzo maxiemendamento c'era un errore di 345 milioni di euro nei conti, come segnalato dalla Ragioneria centrale dello Stato. Il sottosegretario Sartor è stato costretto a chiedere una correzione per far quadrare i conti: in particolare il fondo per gli interventi strutturali di politica economica è stato ridotto da 556 milioni a 209 milioni per il 2008. La Finanziaria, dopo il voto finale che dovrebbe giungere oggi dopo l'esame degli ordini del giorno, passerà all'esame del Senato, dove dovrebbe ricevere il via libera definitivo mercoledì 19 dicembre.
Forti polemiche hanno attraversato la maggioranza, culminate nella protesta per il taglio degli
sconti fiscali per il Sud, destinato ad alimentare le risorse del cinque per mille. La regione Campania, governata dal centrosinistra, ha parlato di un «duro colpo» per il Mezzogiorno. Protesta condivisa dall'opposizione. L'ex ministro dell'Economia del Governo Berlusconi e attuale vicepresidente della Camera Giulio Tremonti ha bollato la manovra come «lunare» e ha parlato di «sbianchettatura del Sud». Proteste anche per i tagli alla ricerca, comparsi nel maxiemendamento del Governo e denunciati con forza dal ministro dell'Università Fabio Mussi: ammontano a 92 milioni di euro, di cui circa 40 andranno in favore degli autotrasportatori. Secondo Mussi saranno fortemente colpiti università e istituti di ricerca. «Tagliare i fondi della ricerca - ha detto Mussi - è un atto grave e suicida per il paese». Obiettivo puntato anche sui tagli all'editoria: sono stati ridotti di circa 5 milioni l'anno gli stanziamenti previsti in favore dei giornali. Il relatore Michele Ventura (Pd) ha però promesso che i fondi saranno ripristinati con il decreto di fine anno. Per il capogruppo del Pd Antonello Soro: «Con la Finanziaria il Governo ha centrato il suo obiettivo e rispettato il programma dell'Unione, favorendo lo sviluppo e la giustizia sociale».