Fiducia su 3 maxiemendamenti alla Finanziaria. Lo ha annunciato il ministro per i rapporti con il Parlamento Vannino Chiti, alla ripresa dei lavori parlamentari in aula alla Camera. Il Governo porrà la fiducia su un tris di maxi-emendamenti alla Finanziaria che ha superato il vaglio di ammissibilità della presidenza della Camera lasciando a terra 8 commi: 5 riguardano l'ex Sviluppo Italia, e altre misure come la possibilità per la presidenza del Consiglio di avvalersi di personale non dirigente.. Fuori anche la spesa di 13 milioni di euro per il 2009 in seguito a un protocollo d'intesa italo-russo.I testi sostituiscono interamente il contenuto della legge finanziaria approvata dal Senato. Chiti ha spiegato che i maxiemendamenti «tengono conto del lavoro fatto dalla commissione Bilancio di Montecitorio».
La tabella di marcia prevede per domani i tre voti di fiducia, poi, sabato o domenica, la votazione finale. Lunedì il provvedimento sbarcherà in commissione Bilancio al Senato, con l'obiettivo varare il provvedimento mercoledì 19 dicembre. Ecco nel dettaglio, il timing della Finanziaria: la seduta oggi riprenderà alle 15 e il Governo porrà ufficialmente la questione di fiducia. Dopo le 24 ore di rito previste dal regolamento per poter cominciare a votare, ci saranno tre votazioni, tutte nella giornata di domani. Sabato sarà la volte degli ordini del giorno. Poi si passerà al voto finale, nella tarda serata di sabato o domenica. Poi la Finanziaria tornerà all'esame del Senato per la terza lettura.
Del tutto folle, per il viceministro all'Economia Vincenzo Visco, la lievitazione del ddl finanziaria a oltre 200 articoli. La finanziaria, sottolinea , poi, Visco, «dura troppo, c'è troppa roba ma è l'unica cosa che viene approvata nell'anno». Quindi si è creato un «meccanismo folle. Ma governo, parlamentari e Unione ci mettono dentro tutto quello che possono». La lievitazione è da attribuire al fatto che «la Camera non funziona. Basterebbe modificare il regolamento delle Camere per risolvere i sette decimi dei problemi italiani».