Pensioni, dal 1° gennaio si cambia. Al posto dello scalone arrivano gli scalini. Via libera, dunque, alla revisione dello scalone Maroni, che dal 1° gennaio 2008 avrebbe innalzato a 60 anni l'età per la pensione di anzianità, in presenza di 35 anni di contributi. Il disegno di legge approvato definitivamente dal Senato detta una nuova tabella di marcia per andare in pensione. Dal 1° gennaio 2008, dunque, per i lavoratori dipendenti, la pensione di anzianità scatta a 58 anni d'età e 35 anni di contributi, mentre dal 1° luglio 2009 l'età minima sale a 59 anni (la somma di età anagrafica e contributi dovrà essere a quota 95). Poi, dal 1° gennaio 2011, l'età minima aumenta a 60 anni (somma di età e contributi pari a 96), mentre dal 1° gennaio 2013 sale a 61 anni (somma pari a 97). Per gli autonomi valgono le stesse quote, ma l'età minima è di un anno in più. Si riducono anche i tempi di attesa per l'uscita dal mondo del lavoro, con il raddoppio da 2 a 4 delle finestre di uscita.
Il provvedimento sul welfare, che recepisce l'accordo siglato il 23 luglio fra Governo e parti sociali su previdenza, lavoro e competitività, inizialmente composto da 32 articoli, poi modificato dalla commissione Lavoro della Camera che ha ritoccato 19 articoli e ne ha introdotti 5 ex novo, facendo salire così da 32 a 37 gli articoli del provvedimento. Poi in aula a Montecitorio il Governo ha posto la fiducia su un maxiemendamento composto da un solo articolo e 94 commi, un mix tra l'originario provvedimento del Governo e gran parte delle modifiche introdotte dalla commissione Lavoro della Camera. Testo che poi è stato riproposto e approvato dal maxiemendamento dell'Esecutivo che ha avuto il via libera di Palazzo Madama. Tra le novità del testo licenziato da Montecitorio, è stato reinserito il riferimento al Dlgs 66/2003 nella definizione di lavoratore notturno sul fronte dell'accesso al pensionamento anticipato per i lavoratori che svolgono attività usuranti. È saltato, inoltre, il tetto di 8 mesi per l'ulteriore contratto a termine, ma è stata introdotta la previsione di un avviso comune fra organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro per stabilire la durata dell'ulteriore contratto. Il mancato rispetto delle regole produce l'assunzione a tempo indeterminato.
Introdotta anche la revisione dei congedi parentali, con particolare attenzione all'estensione della durata e all'incremento dell'indennità. Per le iscritte alla Gestione separata, poi, viene ampliata la tutela per la maternità a rischio, con il divieto di adibire le lavoratrici al trasporto e al sollevamento di pesi, a lavori faticosi e insalubri. Sì anche a disposizioni che favoriscano l'accesso e il rientro nel mercato del lavoro delle donne. Abolito, poi, il contratto di somministrazione a tempo indeterminato. Per contrastare il lavoro nero, arriva una nuova disciplina sul lavoro discontinuo nei settori del turismo e dello spettacolo: si potranno stipulare contratti per lo svolgimento di prestazioni durante il fine settimana, nelle festività, nel corso delle vacanze scolastiche, come lavoro extra e di surroga (speciali servizi di durata non superiore a 3 giorni).
Nel part time introdotto il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in part time per i lavoratori affetti da patologie oncologiche e la priorità nella trasformazione dei contratti a tempo pieno in part time nei casi di assistenza quotidiana al coniuge, ai figli o ai genitori affetti da patologia oncologica grave, con necessità di assistenza quotidiana o per i genitori lavratori con figli di età non superiore ai 13 anni o portatori di handicap. Dal 1° gennaio 2008, poi, viene ridotto da 6 a 3 anni la durata minima degli spezzoni contributivi da poter sommare per la liquidazione di un'unica pensione. Novità anche sul fronte del riscatto della laurea.