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Il nuovo welfare appeso alle deleghe

di Eugenio Bruno

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28 gennaio 2008

Gli sconti per i lavori usuranti, certo. E poi il restyling dell'apprendistato, la riforma degli ammortizzatori sociali e il testo unico sulla sicurezza. Sono solo alcune delle novità all'orizzonte in materia di lavoro e previdenza, su cui la caduta dell'Esecutivo si sta per abbattere come una tagliola. Basti pensare che, delle 30 deleghe in scadenza (Comunitaria 2006 compresa), ben sei sono collegate al Welfare. Senza contare le disposizioni inattuate della Finanziaria 2008 e del Dl "milleproroghe".
Previdenza
A pagare per primo gli effetti della crisi di governo potrebbe essere quel milione e mezzo (stando alle stime Eurispes) di lavoratori "usurati" che, in base alla legge sul Welfare, sarebbe potuto andare in pensione tre anni prima degli altri. Ai non pochi dubbi di ordine generale, cioè se il Governo ritenga di poter definire in via preliminare il decreto delegato pur non potendo contare sul parere favorevole delle Camere, va capito in fretta se la scadenza del 1° aprile entro cui va eserciatata la delega possa far rientrare o meno il provvedimento tra quelli che un Governo dimissionario può emanare con urgenza.
Ma i "carichi pendenti" di natura previdenziale sono anche altri. Entro il 1° gennaio 2009, infatti, dovrebbero vedere la luce due provvedimenti: uno sull'armonizzazione dei requisiti pensionistici per gli iscritti all'assicurazione generale obbligatoria e gli aderenti ad altre gestioni, vedi forze armate e polizia; l'altro per l'introduzione di un contributo di solidarietà a carico degli appartenenti all'ex-Fondo volo.
Potrebbe andare meglio, invece, alle norme che attendono un semplice decreto di attuazione. Come la revisione dei coefficienti di trasformazione della legge Dini, l'aumento dei benefici contributivi per i lavoratori esposti all'amianto, la riorganizzazione degli enti previdenziali (per cui il Governo, entro il 1° febbraio, dovrebbe presentare il piano industriale) o – ma stavolta lo prevede la Finanziaria – l'adeguamento dell'assegno per il nucleo familiare in presenza di soggetti inabili.
Lavoro e occupazione
Qui la casistica di interventi a rischio cancellazione è addirittura più ampia e composita. Tale da comprendere materie molto vaste come la riforma degli ammortizzatori sociali, di cui si parla da circa un decennio e a cui la legge 247 dedica una delega specifica affinché l'Esecutivo emani, entro l'inizio del prossimo anno, uno o più Dlgs per sostituire la "giungla" di istituti ora esistenti con un unico strumento destinato al sostegno del reddito e al reinserimento lavorativo. O molto più specifiche come la ridefinizione dell'apprendistato professionalizzante.
Ai decreti legislativi in cantiere vanno aggiunti - sempre per effetto della legge sul protocollo del 23 luglio - quelli riguardanti la revisione dei servizi per l'impiego, volti a migliorare la sinergia tra il collocamento pubblico e le agenzie private, la risistemazione degli incentivi all'occupazione e la riscrittura delle norme delle assunzioni "in rosa" nel senso di rendere più conciliabili lavoro e famiglia.
E si arriva così all'ultima delega in sospeso, quella sul miglioramento della sicurezza sul lavoro. Dove rischia di decadere il cuore di un'intera legge: la 123 del 2007, che all'articolo 1 elenca i criteri e princìpi che dovrebbero ispirare l'agognato testo unico destinato a tutelare l'incolumità dei lavoratori. Il provvedimento potrebbe però salire sul treno dei decreti che il Governo - secondo la direttiva diramata venerdì scorso da Palazzo Chigi - può emanare nella gestione degli affari correnti.
Completano il quadro delle disposizioni in bilico le norme - ancora inattuate - della legge 247 (il sostegno al credito dei giovani lavoratori flessibili, la convenzione per l'inserimento dei disabili, i contributi per incentivare la contrattazione di secondo livello) e della manovra 2008 (il voucher formativo per i disoccupati o per i Co.co.pro.).

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