Anche quest'anno la Finanziaria propone agli enti locali un ricchissimo menu di norme, che accanto ai capitoli «classici», dagli aspetti finanziari alla disciplina dei tributi, intervengono su discipline di dettaglio relative ai temi più svariati. Un'agenda dettata soprattutto dalle polemiche degli ultimi mesi, che puntualmente si sono tradotte in norme che introducono (o provano a introdurre) una più fitta maglia di controlli.
A questa logica rispondono ad esempio i commi 381-383 dell'articolo 1, che chiedono agli enti locali che sottoscrivono strumenti finanziari derivati di certificare la consapevolezza dei rischi assunti e di indicare in una nota al bilancio gli effetti finanziari legati all'operazione. La norma discende direttamente dalle polemiche sull'abuso dei derivati esplose negli ultimi mesi, ma per tradursi in un controllo effettivo dovrà trovare norme attuative puntuali e stringenti. Altri interventi figli del dibattito più recente sono quelli sui costi della politica in senso ampio, da quelli sugli organi istituzionali dell'ente ai nuovi limiti alla creazione e al mantenimento delle partecipate. Fino all'obbligo di pianificare le consulenze e di inviare i relativi regolamenti alla Corte dei conti.
In queste pagine vengono passati in rassegna tutti i commi della Finanziaria che interessano gli enti locali, con un dettagliato commento che ne mette in luce il significato e le modalità applicative per gli operatori degli enti.