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Le dichiarazioni di voto al Senato

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24 gennaio 2008

Il primo iscritto a parlare, il senatore a vita Francesco Cossiga, ha fatto la sua dichiarazione di voto sulla fiducia più tardi e ad aprire gli interventi in aula è stato il senatore Fernando Rossi (Gruppo misto) che, leggendo la lettera di un elettore, ha confermato il suo sì al premier.
«Voterò la fiducia - ha detto il senatore Rossi perché adesso rischiamo di recidere anche l'ultimo filo di speranza». Sergio de Gregorio (Italiani nel Mondo) ha confermato il suo no e ha detto che il Governo deve andare a casa. Franco Turigliatto (Sinistra critica) ha ribadito il suo no a Prodi e alla sua politica di Governo. «In questo Paese - ha detto Turigliatto - va oggi costruita una sinistra di opposizione. Ha questo significato il mio voto negativo alla fiducia». Domenico Fisichella (Misto) ha detto che si asterrà dal voto se anche gli altri colleghi dimissionari (Franca Rame e Willer Bordon) lo faranno.Poi ha votato no. Roberto Manzione (Misto) ha confermato «con critica la fiducia» al Governo Prodi. La debolezza del Governo, per Manzione, non può essere imputata a Mastella quanto al Partito democratico, alla «novella Penelope di Orvieto» (il riferimento è a Walter Veltroni che a Orvieto ha annunciato che il Pd è pronto a correre solo alle elezioni).

Giuseppe Scalera (Liberaldemocratici) ha ribadito l'intenzione di votare no alla fiducia al Governo Prodi, per «evitare una ulteriore agonia e un ricorso alle urne che non servirebbe a nessuno, non rinnoveremo la fiducia a questo governo». Serve un governo istituzionale», dice Scalera, «per fare riforme in tempi stretti ed evitare le elezioni». Netto no di Francesco Storace (La Destra). «La volontà del presidente del Consiglio - dice Storace - è quella di gestire la crisi dando lui le carte».

Gavino Angius (Ps), ha sottolineato che serve un nuovo programma e un nuovo governo. «Lo faccia lei - ha detto a Prodi - a prescindere dal voto di questa sera». Angius ha invitato il premier a riflettere sulla possibilità di non procedere sulla strada del voto. Angius ha anche detto di «non condividere l'atteggiamento dell'Udeur. Capiamo l'amarezza e il turbamento, ma le motivazioni politiche sono fragili». Il senatore a vita Francesco Cossiga ha sottolineato di votare sì alla fiducia «per senso di responsabilitá, anche se con molte incertezze». La sua scelta è motivata dalla delicatezza del momento sia a livello di politica interna , sia internazionale e anche con il fatto «se questo governo non otterrá la fiducia, si aprirá una crisi che faccio fatica a capire dove porterá».

Clemente Mastella (Udeur) ha detto «no, con molta fermezza». L'ex Guardasigilli ha detto che «non si può più andare avanti così, questa maggioranza non c'è nei fatti, non c'è sul piano politico». Clemente Mastella suggella l'annuncio del voto contrario al governo Prodi con i versi di dell'Ode alla vita - Lentamente muore di Pablo Neruda. Aniello Formisano (Italia dei valori) ha confermato il sì alla fiducia al governo Prodi. «Avete ancora davanti a voi - ha detto Formisano - il compito di mettere a posto i conti per l'Italia, per questo voteremo sì, per dovere di lealtà verso gli elettori».

Mauro Cutrufo (Dc) ha detto il suo no, sottolineando che «l'esperienza di questo Governo é ormai finita, e solo gli attori protagonisti sembrano non rendersene conto. Per la prima volta nella storia della Repubblica ci troviamo in una situazione nella quale il Presidente Prodi, alle prese con la balcanizzazione della propria maggioranza, é costretto a caricare sulle spalle dei senatori a vita la responsabilità della durata di questo Governo». Per Oskar Peterlini (Minoranze linguistiche) il paese in questa difficile fase economica e politica non può andare alle elezioni con questa legge elettorale che non garantisce stabilità. Rinnovando la fiducia nel Governo Prodi, Peterlini ha sottolineato la necessità di una fase istituzionale che faccia le riforme elettorale e costituzionale e che accompagni famiglie e imprese in una fase così turbolenta e precaria.

Natale Ripamonti (Verdi-Pdci), ha detto sì alla fiducia. Dopo aver elencato i risultati del Governo Prodi, ha chiesto il rispetto del programma proposto agli elettori dalla coalizione, ha tuonato contro le strategie che indeboliscono il Governo e la coalizione. Cesare Salvi (Sd), assicurando la fiducia al premier, sottolineando che all'Italia serve una sinistra forte, ha detto che la crisi viene dalla destra della maggioranza e non dalla sinistra, che è stato un grave errore la creazione del Partito democratico.

Roberto Castelli (Lega) invitando Prodi ad andare a casa, nella dichiarazione di voto propone un giochino per gli telespettatori collegati in diretta tv, distinguere le frasi del premier da quelle di Mussolini, paragonando gli interventi odierni di Prodi al discorso di Mussolini tenuto nel
dicembre del '44 al Teatro lirico di Milano.Il regolamento di conti in atto, ha detto Castelli, è tutto interno alla coalizione di centro-sinistra. Netto no di Francesco D'Onofrio (Udc), che ha invitato senza tanti complimenti il premier ad andare a casa con le ecoballe della Campania. «Questo è l'inizio della liberazione dell'Italia, per iniziare il cammino delle riforme». Milziade Caprili (Prc) conferma la fiducia al Governo Prodi e si dice preoccupato di come si è sviluppato il dibattito. È necessario «interrogarci sul perchè un processo riformatore è stato bloccato».

Per Altero Matteoli (An) Prodi crede di essere insostituibile per la sua maggioranza. Il capogruppo dei senatori di An al Senato ha fortemente criticato le riforme del Governo Prodi e le motivazioni per le quali il premier ha chiesto la fiducia. «Esca di scena», ha detto a Prodi, «non è tanto un problema di numeri, è il Governo Prodi che gli italiani non vogliono più». Per Renato Schifani (Fi) è necessario garantire la ricostruzione, il rapporto di fiducia fra cittadini e i loro rappresentanti. «Grazie a questo voto l'Italia domani torna a rinascere».

Per Anna Finocchiaro (Pd) la crisi non si è aperta in nome e per conto del popolo italiano, ma nasce da una vicenda che «ha ipotecato il futuro del paese». Per Finocchiaro è importante in questo momento «non spezzare il filo delle riforme» perchè tornare al voto con questa legge «ci riconsegnerebbe intatta la stessa instabilitá». La senatrice ha detto «abbiamo una fiducia piena in questo governo. Presidente Prodi, lei sa che da questo gruppo non le è mai venuto nè inciampo, nè rischio. Solo lealtá, lavoro, sacrificio, e in condizioni numeriche molto difficili, e politiche spesso difficili».

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