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Impianti, l'incognita dei rincari

di Angelo Busani e Giorgio Rengheteanu

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09 Aprile 2008

Per chi compra o vende casa i costi della sicurezza degli impianti domestici non porteranno aumenti ingiustificati. Lo garantisce il ministero dello Sviluppo economico, che insieme all'ormai noto «mister prezzi» vigilerà per evitare distorsioni. Come ai vecchi tempi dei prefetti lanciati contro il carovita, questa volta proprietari e inquilini avranno dalla loro parte il «Garante osservaprezzi», con tanto di indirizzo di posta elettronica e anche un numero verde per le segnalazioni (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri).
Gli uffici di Antonio Lirosi fanno però sapere che per gli impianti non è stato istituito un ufficio ad hoc. «Per ora – informa Bernardo Pizzetti, responsabile dell'Osservatorio dei prezzi – sui costi della conformità degli impianti, fortunatamente non abbiamo avuto segnalazioni. Se ci saranno, interverremo, come per tutti gli altri settori: dal latte fresco alla Rc auto alle tariffe dei traghetti nello Stretto di Messina». E per informare il Garante su eventuali distorsioni? «Basta scrivere all'indirizzo garante@osservaprezzi.it o telefonare al numero verde 800955959: risponderà il call center di Unioncamere che smisterà le chiamate».
L'iniziativa del ministero è da collegare alle fasi conclusive della campagna elettorale, in cui ha fatto il suo ingresso anche la sicurezza degli impianti. Il primo scontro c'è stato domenica sera a «Ballarò» in edizione speciale. Davanti alle telecamere, da una parte l'ex ministro Pier Luigi Bersani, che ha varato il discusso decreto 37/80 sulla sicurezza degli impianti; dall'altra un agguerrito Giulio Tremonti che punta il dito sui nuovi costi, fino a 2mila euro, per le famiglie (si veda «Il Sole 24 Ore» di lunedi 31 marzo).
Il decreto, replica il ministro uscente, «rafforza la sicurezza senza nessun nuovo o più pesante adempimento documentale e senza nessun nuovo o maggiore costo». E se manca il certificato di conformità per la caldaia, i tubi dell'acqua, i cavi del telefono o l'antenna tv? Nessun timore: al compromesso o al rogito, assicura il ministero, ogni cosa si potrà sistemare con un accordo tra le parti.
In effetti, il Dm 37/08 impone un obbligo di garanzia di chi vende un edificio o una sua porzione e un obbligo di consegna di documenti all'acquirente o al conduttore dell'immobile. Tuttavia, è stato più volte precisato che:
- l'espressione «impianto a norma» va intesa nel senso di impianto in regola con le norme in vigore all'epoca in cui l'impianto venne realizzato o modificato (e quindi, per gli impianti "superati" da legislazione sopravvenuta, non vi è alcun obbligo di adeguamento);
- l'obbligo di garanzia (che è inderogabile quando è venduto un immobile nuovo di fabbrica) negli altri casi è derogabile, nel senso che, se l'impianto non è a norma, la casa non è invendibile e il venditore non è per forza tenuto a renderlo conforme. Se infatti l'acquirente intende ugualmente effettuare l'acquisto di un bene con impianti non a norma, egli può esonerare il venditore dall'obbligo di garantire gli impianti a norma e di produrre certificazioni di conformità;
- anche l'obbligo di allegazione di attestazioni di conformità al contratto di compravendita oppure l'obbligo di consegna di questi documenti all'inquilino possono essere derogati, se interviene un accordo in tal senso tra i contraenti.
Resta il fatto che il decreto 37/08, come «Il Sole 24 Ore» aveva previsto già dai primi commenti, ha determinato nel mondo delle contrattazioni immobiliari un indiscutibile allarmismo (tanto che si continua spesso a parlare, sia pur ingiustificatamente, degli immobili non a norma come invendibili o non concedibili in locazione). Il decreto ha soprattutto determinato la suddivisione del mercato in due fasce nettamente distinte: quella dei fabbricati "virtuosi", dotati di impianti a norma, e quella degli edifici con impianti non certificati, già diventati, in pochi giorni, edifici di serie B, e quindi esclusi dal «contrattualmente corretto» ed esposti a svalutazioni.
Intanto, in Piemonte, Forza Italia ha presentato in Consiglio regionale un ordine del giorno per impegnare la Giunta a chiedere una proroga e un periodo transitorio per le abitazioni esistenti.

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