Un decreto legge da varare entro giugno per dare il via a tagli per 8-10 miliardi. Ai quali la pubblica amministrazione dovrebbe contribuire per almeno 3-4 miliardi. Con l'eliminazione di un primo elenco di enti inutili, un meccanismo "taglia spese improduttive" dalle voci del bilancio dello Stato, un rigido blocco del turn over (una nuova assunzione ogni 7-8 uscite) da estendere agli enti locali, lo stop (almeno parziale) alla sanatoria dei precari. E con un'ulteriore rivisitazione del dispositivo per ottenere risparmi dalla razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi. È questa, al momento, l'ipotesi considerata più gettonata da alcuni dei tecnici del ministero dell'Economia per avviare il piano triennale sulla finanza pubblica, al quale sta già lavorando il ministro, Giulio Tremonti.
L'anticipo della Finanziaria 2009, almeno per la sue linee essenziali, scatterebbe sfruttando la procedura d'urgenza (c'è chi sostiene che il Dl potrebbe essere varato già attorno al 20 giugno) e agirebbe sui grandi comparti di spesa: pubblico impiego, sanità e costi della macchina burocratica. Il tutto verrebbe poi accompagnato dall'avvio del piano di dismissione del patrimonio pubblico e dalla prima fase di liberalizzazioni, in primis dei servizi pubblici locali, ed esternalizzazioni. Resterebbe però l'incognita dei contratti pubblici.
Il Governo è intenzionato a congelare per tutto l'anno i rinnovi, garantendo però ai sindacati di renderli operativi (e coperti) a partire dal 1° gennaio 2009 (sulla base di un nuovo modello triennale) in cambio del via libera alla riforma della pubblica amministrazione. Una sorta di accordo ponte, congegnato dal ministro della Pa, Renato Brunetta, che ne discuterà oggi con Giulio Tremonti.
Il ministro dell'Economia sta già tracciando le linee del suo piano triennale. Come già annunciato, a giugno (o al massimo ai primi di luglio) ci sarà l'anticipo della Finanziaria 2009 senza nuove entrate. Con la sola eccezione di quelle che potrebbero arrivare dall'allargamento della base imponibile di banche, assicurazioni, settore petrolifero ed altre aree produttive. Tremonti insomma giocherà la sua partita sul contenimento della spesa, facendo leva anzitutto su un'opera di pulizia delle voci del bilancio dello Stato. Non mancheranno però le misure strutturali. Oltre al pubblico impiego, nel mirino ci sarebbero la scuola, con interventi sia sul personale (supplenze e "ausiliari") sia sulle strutture (appalti e manutenzioni), e la sanità, con il ricorso a nuove "griglie" per contenere la corsa della spesa.
In ogni caso tutte le misure si dovranno amalgamare il resto del piano triennale. Un piano da circa 30 miliardi che dovrà garantire il pareggio di bilancio concordato con la Ue entro il 2011. Al momento sono esclusi interventi sulla previdenza. Ma, pur restando fermi gli "scalini" e le "quote" della legge Prodi-Damiano, non è escluso che possano essere ridotti (eventualmente il prossimo anno) i costi per il superamento dello scalone rimodellando gli interventi decisi dal precedente Governo su usuranti, enti previdenziali e coefficienti di trasformazione.