Al di là della polemica sulla privacy, quello che è certo è che i dati dei redditi 2005 dei contribuenti pubblicati sul sito della Agenzia delle Entrate la scorsa settimana, "oscurati" dopo poche ore e ora in larga parte disponibili altrove su Internet, sarebbero potuti essere gestiti assai meglio dai responsabili del sito. A tutto vantaggio, forse, anche delle esigenze del Garante per la protezione dei dati personali e, in genere, dei contribuenti.
L'Agenzia ha infatti pubblicato i dati in una serie di file, suddivisi per tipologia e codice fiscale della località, in un formato "solo testo". L'oggettivo vantaggio di poter leggere da qualsiasi computer questi file viene però ampiamente compensato dal fatto che chiunque, dopo averli scaricati sul proprio Pc, può di fatto modificarli con un qualsiasi editor di testo (dal semplice Notepad a Microsoft Word), cosa che di fatto è sicuramente successa, qualche volta, per i file disponibili sui vari sistemi di file-sharing tipo eMule. In più, l'accesso a ciascun file, nell'effimero periodo in cui questi sono stati scaricabili dal sito dell'Agenzia, era assolutamente anonimo.
Se ci fosse stato più tempo e una volontà più chiara da parte della Agenzia delle Entrate, si sarebbe potuto impostare la consultazione dei dati dei redditi in una maniera sia più pratica, sia più sicura, sia meno soggetta alle critiche del Garante. Vediamo come.
Innanzitutto, i dati avrebbero potuto essere resi disponibili solo previa registrazione da parte dell'utente. Questo avrebbe consentito prima di tutto di tenere traccia del numero di persone che avessero desiderato consultare questi file. Qualora il sistema di registrazione fosse stato impostato in una maniera particolarmente buona, sarebbe stato possibile addirittura che l'Agenzia tenesse traccia di chi effettivamente scaricava i file e, per esempio, impedire la consultazione degli elenchi dall'estero.
Un'altra miglioria sostanziale sarebbe stato pubblicare gli elenchi dei contribuenti non nel formato "solo testo", ma in un altro più consono. Per esempio, i file avrebbero potuto essere distribuiti in formato Adobe Acrobat, usatissimo per documenti che non devono poter essere modificati da chi li legge.
Un'ulteriore passaggio che avrebbe reso i dati estremamente più fruibili, sarebbe stato inserirli in un archivio (in linguaggio tecnico, "database") consultabile in rete. Un archivio online consente di effettuare delle ricerche estremamente precise visualizzando i risultati in una forma tabellare. Per fare un esempio conosciuto a tutti, il motore di ricerca Google è un immenso archivio online di siti internet: quando facciamo una ricerca con Google non facciamo altro che consultare tale archivio.
Se all'Agenzia delle Entrate avessero messo tutti i dati dei contribuenti in un database, sarebbe stato possibile quindi effettuare delle ricerche più precise, per esempio: «indicami il reddito 2005 di tutti i contribuenti del comune di Milano il cui cognome è Pincopallino». Da un punto di vista tecnico, un database di questo genere non è complicato da realizzare (anche se il numero dei dati è considerevole), e inoltre la visualizzazione può essere personalizzata, e volendo, limitata, utilizzando degli accorgimenti tecnici. Per esempio, consentendo a ciascun utente di visualizzare non più di tot nomi. E andando quindi ulteriormente incontro alle esigenze del Garante della privacy.