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Tasse leggere per metà dei dipendenti

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Lunedí 26 Maggio 2008

Una misura che costa un miliardo di euro alle casse dello Stato e che si traduce in aumenti in busta paga variabili, da duecento a oltre 800 euro l'anno (si veda Il Sole 24 Ore del 22 maggio scorso) a seconda del settore e della qualifica. Dal 1° luglio al 31 dicembre arriva in via sperimentale la detassazione di straordinari e premi di produttività del 10%, entro il limite di importo complessivo di 3mila euro. Si applica al settore privato e solo ai titolari di reddito da lavoro dipendente non superiore ai 30mila euro nel 2007.

Ma quanti sono gli addetti potenzialmente interessati dal beneficio? Dagli oltre 17 milioni di dipendenti registrati dall'Istat, bisogna sottrarre quelli del settore pubblico, circa 3 milioni, e quelli con entrate inferiori a 8mila euro, già esenti da tassazione, pari a 3,8 milioni. E poi considerare chi ha un reddito al di sotto di 30mila euro: circa l'85% del totale. Arriviamo così a una stima di nove milioni di persone. Ma di queste, è difficile prevedere quante faranno ricorso allo straordinario. Di certo, in base alle ultime elaborazioni dell'Isfol, i "patiti" dell'extra-time sono tanti: quasi un dipendente su due (il 45% del totale).


Si fa più straordinario tra gli addetti a tempo pieno rispetto a quelli part-time, al Nord piuttosto che al Sud. Il 51,4% degli uomini opta per lo straordinario retribuito, insieme al 37,1% delle donne. L'extra-time è preferito più dai giovani che dagli anziani ed è praticato anche dagli occupati nell'industria e nei servizi alla distribuzione, mentre è meno amato da chi offre assistenza alle persone.

Banca d'Italia conferma che le ore di straordinario per addetto crescono in valore assoluto sia nell'industria (+4,7% l'anno) sia nei servizi (+0,8 per cento). Gli aumenti più significativi si osservano nel comparto metalmeccanico (8%), nelle imprese di piccola dimensione e in quelle con un numero di addetti tra 200 e 499. Lo straordinario rappresenta il 4,2% del totale delle ore lavorate nelle aziende industriali e il 5,5% nel terziario.
Questa la fotografia attuale, nei prossimi mesi si vedrà se la misura appena varata dal Governo produrrà un'impennata dei "patiti" del lavoro fuori orario. (Fr.Ba.)

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