Semaforo verde al disegno di legge per la ratifica del Trattato di Lisbona che modifica il Trattato dell'Unione europea (1992) e il Trattato istitutivo della comunità europea (1957). In pratica così l'Unione allargata si dota degli strumenti utili a una maggiore efficienza al proprio interno ed efficacia all'esterno. Soddisfazione per l'approvazione del disegno di legge di ratifica è stata espressa dal ministro per le Politiche Europee, Andrea Ronchi. Anche se molti rappresentanti della Lega hanno chiesto di sottoporre a referendum popolare il trattato di Lisbona, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha sottolineato che nel governo «non ci sono divisioni» sulla ratifica del Trattato Ue. «Il Consiglio dei ministri – dice Frattini – ha approvato all'unanimità il ddl di ratifica del Trattato di Lisbona, che i presidenti delle Camere inseriranno come priorità nell'ordine del giorno dei lavori parlamentari».
Vengono ampliati i settori in cui si vota a maggioranza, c'è l'attribuzione di una personalità giuridica unica all'Unione, il superamento dei cosiddetti "pilastri", il graduale snellimento della Commissione e l'istituzione del Presidente del Consiglio europeo e dell'Alto Rappresentante che permetteranno di migliorare il funzionamento delle istituzioni e di rendere l'Unione ancora più coesa.
Anche il conferimento di valore giuridico alla carta dei diritti fondamentali e i numerosi progressi realizzati in favore dei suoi cittadini, nonché l'accento posto sui sistemi di controllo democratico a livello europeo e nazionale caratterizzeranno ancora di più l'Unione (che cessa definitivamente di chiamarsi "Comunità") come grande spazio democratico e comune di diritti.
Ora il disegno di legge sarà presentato in Parlamento per la ratifica. L'entrata in vigore del Trattato, dopo la ratifica da parte di tutti gli Stati membri, consentirà l'assunzione di responsabilità nuove anche per rafforzare il ruolo di un'Europa democratica impegnata su scala mondiale nella promozione dei suoi valori. Il Trattato di Lisbona sostituisce il Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, firmato a Roma nel 2004, ma mai entrato in vigore in quanto non ratificato da alcuni Paesi membri. (N.Co.)