L'associazione dei consumatori: tutti i contribuenti possono chiedere 500/1000 euro per i danni subiti
Il Codacons ha deciso di presentare in 104 Procure una denuncia penale contro il viceministro uscente dell'Economia, Vincenzo Visco, "affinché anche la magistratura apra delle indagini nell'interesse dei cittadini palesemente danneggiati dalla pubblicazione sul web dei propri redditi senza la necessaria autorizzazione dell'Autorità garante". Lo afferma il presidente dell'associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, spiegando che la decisione è stata presa "a seguito dell'irrimediabile violazione della legge sulla privacy e delle leggi 241/90 e 15/2005".
L'articolo 167 del Codice penale, sottolinea Rienzi, "prevede da 6 a 24 mesi di reclusione nei confronti di chi ha diffuso o concorso a diffondere i dati sensibili in spregio della legge 241/90". Nella denuncia l'associazione chiede anche "il sequestro dei dati dei contribuenti da chiunque detenuti, e che si proceda contro chi ne fa commercio, come previsto dal secondo comma dell'articolo 167 del codice penale" "Non solo - aggiunge il presidente del Codacons - perchè in base all'articolo 28 della Costituzione anche i consiglieri del viceministro Visco potranno essere citati in giudizio e, supponiamo per assurdo il caso di un ricco contribuente rapito dopo la pubblicazione della sua denuncia dei redditi, in tal caso Visco e i suoi consiglieri potrebbero addirittura essere chiamati a rispondere dell'intero riscatto pagato in relazione al danno prodotto".
"Tutti i contribuenti i cui redditi siano stati pubblicati sul sito dell'Agenzia delle entrate - conclude Rienzi - possono scaricare gratuitamente dal sito del Codacons il modello per chiedere tra 500 e 1.000 euro di risarcimento per i danni subiti".