Una manovra di bilancio 2009-2011 che passa, tra marzo e oggi, da 20,5 a 35 miliardi? Troppi, se si tratta di correggere il deficit e conseguire il pareggio a fine triennio. Infatti, l'intervento che il Governo Berlusconi vuole effettuare è "lordo" – comprende cioè spese e misure di crescita – mentre l'altro, minore, indicato dal Gabinetto Prodi nella Relazione unificata (Ruef) di marzo scorso, era mirato ai soli disavanzi.
La prima manovra della legislatura andrà comunque, in gran parte (25 miliardi e forse più), a ridurre il deficit. L'incremento sui 20,5 della Ruef deriva dal peggioramento dell'economia. Rimangono dieci miliardi: finanzieranno misure per l'economia e varie iniziative, dal nucleare al contratto del pubblico impiego (uno verrebbe coperto dei due in scadenza tra il 2008 e il 2011).
Il 2008 mostra a sua volta un deficit da 2,5 punti di Pil, in lieve aggravio sul 2,4 della Ruef. Potrebbe però non richiedere correzioni e rimanere al 2,5 anche come obiettivo programmatico. L'intervento da 1,6 miliardi che sembrava necessario per l'anno in corso, sempre a causa del rallentamento economico, sarebbe compensato da altre spese. Gli effetti correttivi però rimarrebbero e si estenderebbero ai tre anni successivi: da loro deriverebbero i 4,8 miliardi che portano la manovra complessiva a 34,8.
I disavanzi tendenziali delle Amministrazioni peggiorano nel triennio. In particolare quello del 2009, che richiede infatti una correzione da 10 miliardi su una manovra lorda da 13,1. La Ruef prescriveva per l'anno prossimo soltanto 4,5 miliardi di riduzione del deficit. Con il taglio indicato, il percorso di rientro si riaccosterebbe a quello stabilito. Rimangono ancora 15 miliardi di interventi netti per il 2010 e il 2011. Grazie ai quali il "quasi pareggio" di fine triennio verrebbe conseguito. Ma solo il Dpef, indicando i nuovi tendenziali rispetto a quelli della Ruef e al netto delle correzioni, permetterà di capire. Se gran parte della manovra lorda è destinata a raggiungere il pareggio, le coperture verrebbero soprattutto da tagli di spesa. È la vera novità, tale da richiedere un impegno senza precedenti e un successo che finora è mancato.