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Rispunta il ticket sanitario

di Roberto Turno

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19 giugno 2008

Un taglio secco di 6 miliardi dal 2009 al 2011. E il rischio di far rinascere fin dal prossimo anno i superticket da 10 euro su visite e analisi, ma in prospettiva anche l'obbligo per le Regioni con i conti in rosso di coprire i deficit con altri ticket regionali. Anche se il Governo frena: faremo un accordo con le Regioni, nessun nuovo superticket sulla specialistica.

Cala la scure del Governo sulla spesa sanitaria e tra le Regioni scatta subito l'allarme: «I Patti vanno rispettati». Fatto sta che il «Patto sulla salute» in vigore, quello di Prodi, Tremonti lo vuole riscrivere daccapo. La ricetta è pronta: meno posti letto negli ospedali, riduzione dei costi del personale, nuove tariffe, massicci controlli delle cartelle cliniche. Misure che si accompagnano ad altre predisposte da Sacconi, a cominciare dalla stretta all'assistenza sanitaria agli immigrati neocomunitari che beneficiano di più servizi da parte del Ssn ripetto ai Paesi d'origine. Ma anche con la lotta alla burocrazia e riorganizzazione di enti e Agenzie sanitarie.
Tra decreto legge, disegno di legge approvato ieri e prossimi collegati alla Finanziaria, il Governo conferma di voler mettere la museruola alla spesa di Asl e ospedali. Stop e sprechi e inefficienze, è la parola d'ordine. Che col federalismo fiscale imporrà sanzioni politiche agli amministratori "colpevoli" dei disavanzi.

Intanto si parte dalla potatura secca nel triennio del Fondo sanitario nazionale. Che avrà questa scansione: 250 milioni in meno nel 2009 (ultimo anno del «Patto» in vigore), altri 2 miliardi nel 2010, e ancora 3 miliardi nel 2011. Ma attenzione: poiché il Governo al momento non rifinanzia la soppressione (vale 831 milioni) del ticket da 10 euro su visite e analisi varato nel 2007 da Turco-Prodi e poi congelato fino a tutto il 2008, per evitarlo le Regioni dovrebbero comunque applicare per la stessa quota altre compartecipazioni alla spesa. Altrimenti il superticket riscatterebbe dal 1 gennaio 2009. Come dire, appunto, che il taglio triennale sul Ssn vale 6 miliardi. Soluzioni alternative al superticket, è stato poi concordato in serata a palazzo Chigi, saranno individuate in un apposito tavolo Stato–Regioni. Ma le Regioni attaccano comunque e tengono alta la guardia: la rinascita del ticket sulla specialistica è «insostenibile», ha detto Vasco Errani, ricordando l'impegno in vigore per la copertura di «risorse aggiuntive», come appunto il superticket.

Ma la strategia di razionalizzazione della spesa sanitaria è affidata soprattutto agli interventi «strutturali» che l'Economia ha in serbo anche con le misure di monitoraggio e controllo della spesa contenute nel decreto di ieri con cui vengono stretti i freni sui bilanci di Asl e ospedali, in particolare nei confronti delle Regioni sottoposte al piano di rientro dal disavanzo. Per le Regioni che non raggiungono gli obiettivi scatterebbe automaticamente anche l'obbligo di inasprire i ticket.
Il nuovo «Patto» di Tremonti – che le Regioni chiedono però di discutere contestualmente alle risorse future – prevede così: la riduzione dello standard di dotazione dei posti letto negli ospedali; la diminuzione della spesa per il personale; la revisione nazionale delle tariffe (i Drg); lo stop ai privati convenzionati senza contratto. E ancora: l'aumento dal 2 al 10% dei controlli sulle cartelle cliniche con punte fino al 100% per alcuni interventi come la cardiochirurgia per pazienti ultra 75enni; i controlli delle false esenzioni per reddito con la tessera sanitaria.

Dal ministro del Welfare ecco poi altre misure specifiche che seguono due direttrici di marcia: la semplificazione burocratica e la riorganizzazione di enti e organismi (Aifa, Ispesl, Iss, Croce Rossa, Istituti zooprofilattici, Lega per la lotta ai tumori) controllati dal Welfare.
Per le semplificazioni vengono così rispolverate le misure di alcuni Ddl di Livia Turco della scorsa legislatura: abolizione di centinaia di certificazinoi sanitarie, semplificazioni di autorizzazioni amministrative e altre ancora da individuare in accordo con le Regioni. Tra i costi da tagliare, spunta poi la stretta alle prestazioni destinate ai cittadini comunitari neo immigrati che usufruiscono di prestazioni più favorevoli rispetto a quelle di cui anno diritto nei Paesi di provenienza.

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