C'è anche lo zampino di un italiano nella condanna che si è abbattuta sui condoni. A presentare agli eurogiudici le argomentazioni della Commissione europea contro il Fisco italiano è stato il bolognese Enrico Traversa, 55 anni, esperto avvocato dei servizi giuridici dell'Esecutivo Ue, al cui servizio è da 25 anni.
Laureato all'Università di Bologna, dove ora è anche docente alla scuola di dottorato di Diritto tributario, Traversa ha spesso seguito da Bruxelles i contenziosi fiscali con l'Italia. Fu lui a perorare in aula la fine della tassa di concessione delle società e a far vacillare l'Irap. Oltre a essere un esperto tributarista, Traversa è un appassionato cantante e chitarrista folk, soprannominato dai colleghi il «Bob Dylan dei servizi legali». Vivace e spiritoso nelle elocuzioni, ha chiuso l'arringa finale sui condoni affermando: «Signori giudici, questo ricorso della Commissione vi offre un'occasione unica per aggiungere un undicesimo comandamento ai dieci dell'Antico testamento: Non condonare le imposte degli altri» (visto che l'Iva è di competenza comunitaria).
Gli chiediamo se non ci sia imbarazzo nel creare difficoltà all'Erario del proprio Paese. «Dipende da ogni processo – ribatte Traversa – nel caso specifico non ho fatto altro che dare esecuzione a una decisione presa da 27 commissari, compreso un italiano. In altre occasioni ho avuto piacere nel condividere la posizione dell'Avvocatura dello Stato» (E.Br.)