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I tagli necessari e le proposte mancanti

di Guido Gentili

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24 luglio 2008

Bene le critiche, ma le proposte? Che arrivi in autunno, come è accaduto da moltissimi anni a questa parte, o in piena estate con una sorta di legge finanziaria anticipata (novità 2008 voluta dal ministro Tremonti), la stagione dei tagli alla spesa rimane fonte di forti polemiche.
Quasi sempre le contrapposizioni sono dettate da un riflesso condizionato politico, per il quale l'opposizione di turno s'affianca alle proteste delle categorie interessate ai tagli e contesta i piani del Governo. Mobilitati anche i sindacati. Lo schema si ripete quest'anno ma a fronte (seconda novità) di una manovra triennale che comincia a mordere per decreto, da subito, nei settori-chiave della spesa pubblica come la sanità, l'università, la scuola, la giustizia, il pubblico impiego, l'amministrazione della sicurezza.
Può piacere o non piacere, ma questa volta è scongiurato l'errore in cui incorse il Governo Prodi al suo esordio nel 2006: un Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) rigoroso sul piano dei principi che faceva però solo da elegante sfondo a una "stretta" fiscale punitiva nei confronti di professionisti, piccoli e medi imprenditori e lavoratori autonomi.
Ovviamente, in attesa dei frutti futuri, tagliare costa sul piano politico immediato. Perché, in generale, il bilancio dello Stato, in barba a criteri di efficienza, è stato usato come un ammortizzatore sociale suscettibile di ogni compromesso. E perché nelle innumerevoli pieghe della contabilità pubblica, spesso al riparo di sguardi indiscreti, si sono cullati sprechi di ogni ordine e grado che hanno facilitato la vita di nuovi rentier, grandi e piccoli, pubblici e privati.
In un dibattito alle Camere che si spera aperto a un confronto nel merito tra maggioranza e opposizione potranno emergere anche i difetti della manovra impostata dal Governo. Dagli stessi titolari dei dicasteri "colpiti" dai tagli nelle "missioni di spesa" («Siete tutti ministri senza portafoglio», aveva scherzato, ma non troppo, Tremonti) potranno venire proposte alternative, assai più utili del consueto «è inaccettabile» accompagnato dalla telefonata di protesta al premier Berlusconi o al sottosegretario Letta.

Insomma, ci sarà da discutere. Ma bisognerà pur tenere conto, come ha scritto Luca Ricolfi sulla «Stampa», che il Governo sta nel complesso tagliando meno di quello che in campagna elettorale aveva promesso il leader del Pd Veltroni, e cioè 15 miliardi l'anno. E occorrerà pure ricordare che meno di un anno fa, nel settembre 2007, il ministro dell'Economia del Governo Prodi, Tommaso Padoa-Schioppa, presentò il suo Libro verde sulla spesa pubblica.
Oggi l'opposizione è di nuovo in piazza. A sostegno, per esempio, dei sindacati di categoria e delle associazioni di studenti e docenti che chiedono di bloccare l'inizio del prossimo anno accademico contro la manovra di tagli del Governo. Volano parole grosse: "mattanza", "spregio per il futuro", il ritorno del "privato arrogante". Eppure, nel Libro verde si denunciavano per esempio tutti i limiti del sistema, a partire dalla «proliferazione» dei corsi di laurea e dal rapporto docenti/studenti «inadeguato» e più basso che negli altri Paesi avanzati.
Oppure, riguardo la giustizia, si affermava che la spesa, negli ultimi anni, è risultata una delle voci in maggior crescita del bilancio dello Stato (+140%) e che i magistrati in servizio sono aumentati di circa il 15 per cento. Ma all'aumento delle risorse, annotava il Libro verde, «non è però corrisposto un adeguato miglioramento dei risultati. Il numero dei procedimenti pendenti, civili e penali, non è affatto diminuito...».
Gli esempi potrebbero naturalmente continuare, a cominciare dal pubblico impiego. E delle due l'una. O, evitando il solito muro a muro, si riconosce che i tagli alle voci di spesa sono indispensabili e si entra nel merito del problema indicando anche dove e come tagliare. O si sceglie la piazza come metodo di confronto asserendo che ci vuole "ben altro" e accarezzando la protesta di tutti gli scontenti, anche quelli più ingiustificati.
In attesa di un altro libro verde o bianco che ci ripeterà la stessa lezione.

guido.gentili@ilsole24ore.com

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