C'è una via parlamentare molto breve per sciogliere il nodo ancora irrisolto del pensionamento anticipato dei lavoratori esposti ad attività usuranti. Un percorso da battere in parallelo con il tavolo aperto tra Governo e parti sociali e che garantirebbe l'applicazione dell'ultima parte del Protocollo Welfare (comporta nuovi oneri per 2,8 miliardi) a partire dalla seconda metà del 2009.
Il passaggio è la commissione Lavoro della Camera, cui il presidente Gianfranco Fini ha affidato l'esame, in sede referente, di nove articoli del Ddl sullo Sviluppo economico e la competitività (n.1.441, l'altra costola della manovra d'estate); testo che dovrà essere approvato insieme con la Finanziaria 2009. Tra quegli articoli c'è anche il n. 23, che affida al Governo i nuovi termini per il varo dei decreti attuativi. Come si ricorderà l'ex ministro Cesare Damiano aveva presentato il suo decreto legislativo (con il parere favorevole della Ragioneria sulle coperture) lo scorso marzo. Ma il via libera del Parlamento non è mai arrivato.
Se l'accordo sembra essere definito sulla platea dei beneficiari, che nel periodo di transizione fino al 2013 produrrebbe l'anticipo della pensione per un numero compreso tra i 7.500 e gli 8.800 lavoratori, restano da superare gli ostacoli sulla modulazione dell'anticipo sia nella fase transitoria sia a regime, l'incidenza del lavoro notturno e il meccanismo di verifica sui requisiti.
In commissione sono già state depositate due proposte di legge: quella di Cesare Damiano che ricalca lo stesso testo di inizio anno e la controproposta firmata da Giuliano Cazzola (Pdl); un terzo testo dovrebbe essere presentato dal leghista Massimiliano Fredriga.
A differenza del vecchio decreto legislativo la proposta Cazzola – che vale non solo per i lavoratori dipendenti ma anche gli autonomi e gli addetti del comparto sicurezza – punta a ridurre da tre a un solo anno lo «sconto» per il pensionamento di anzianità riconosciuto agli usuranti. Dal 1° gennaio 2009 per le pensioni liquidate con il metodo retributivo l'età è anticipata di un anno per ogni dieci di attività usurante, fino a un massimo di 24 mesi. Per le pensioni liquidate con il metodo contributivo il lavoratore potrà invece scegliere l'applicazione del coefficiente di trasformazione corrispondente all'età anagrafica all'atto del pensionamento aumentato di un anno per ogni sei di attività usurante. O, ancora, potrà utilizzare questo periodo per l'anticipo dell'età pensionabile fino al massimo di un anno rispetto al normale accesso. Per i lavoratori coinvolti in attività «particolarmente usuranti» definiti dal decreto n. 208 del '99 lo sconto è invece di un anno sulla pensione di anzianità.
Se nella fase transitoria il testo Damiano prevede, fino al 2017, il requisito dei 7 anni negli ultimi 10 lavorativi per il riconoscimento del requisito di lavoro usurante (a regime il passa al 50% di attività usurante nell'intera carriera), l'ipotesi Cazzola riduce subito lo «sconto» a una media di un anno ogni dieci di impiego faticoso.
Infine la questione del lavoro notturno, che nella versione Damiano aveva sollevato più d'una perplessità sul fronte industriale. Si prevedeva lo sconto di un anno per i lavoratori che cumulavano un numero di notti compreso tra 64 e 71 l'anno; 24 mesi per chi lavorata tra le 72 e le 77 notti l'anno e tre anni per chi lavora fino a 78 notti l'anno. Nel testo Cazzola, il rinvio è invece al tetto minimo di 80 notti, con la garanzia di contenimento del numero dei beneficiari.
