Il liceo classico potenzierà lo studio della matematica, delle scienze e dell'inglese. Parola del ministro Mariastella Gelmini, che ha anticipato ieri la svolta ai sindacati. Una scelta che conferma le linee tracciate nella riforma Moratti e che renderà il «classico» un po' più «scientifico», riducendo gli storici confini tra i due indirizzi. E la contaminazione diventerà epocale aggiungendo lo studio di una lingua "viva" per tutti i cinque anni e non solo per i primi due, come accade ora.
La mossa è ardita, anche se restano da verificare i margini per realizzarla. Considerando «scientificamente» tutti gli obiettivi contenuti nel piano programmatico, si comprendono bene i risparmi (87mila cattedre in meno in tre anni) e la riduzione di orario settimanale, che in tutti i licei passerà da 33 a 30 ore. La tesi, insomma, è "più materie", l'antitesi è "meno ore". Farebbe comodo una sintesi (anche non hegeliana) per far combaciare le due esigenze. Probabilmente qualche altra disciplina, magari più spiccatamente umanistica, dovrà cedere il passo.