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Ora concorsi bloccati e «pagelle» agli atenei

di Alessia Tripodi

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Venerdí 31 Ottobre 2008

Valutazione e riforma del reclutamento prima di qualsiasi concorso.
A questo principio sembra essere ispirato il piano per l'università del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, che - subito dopo l'approvazione del decreto sulla scuola - è gia al lavoro per mettere a punto un modello da presentare nei prossimi giorni.

Un progetto che potrebbe bloccare i concorsi per 40mila tra ricercatori e associati e rilanciare la proposta di un organismo di valutazione molto più snello rispetto al modello Anvur (Agenzia nazionale di valutazione dell'università e della ricerca) elaborato dal precedente Governo, alla quale potrebbero essere sottratti i poteri di indirizzo e di distribuzione delle risorse. Accanto a interventi per il diritto allo studio, poi, sarebbero previsti anche strumenti di governance per rendere più stretto il rapporto tra le università e i "portatori d'interesse" del territorio.

Il congelamento dei concorsi rappresenta senza dubbio un'ipotesi che scatenerebbe le proteste del mondo accademico, ma anche della maggioranza, secondo la quale una mossa del genere - anche alla luce delle mobilitazioni del mondo universitario contro i tagli previsti dalla legge 133/08 - potrebbe «gettare benzina sul fuoco». Nelle intenzioni del ministro sembra esserci «il rinvio delle elezioni delle commissioni per i concorsi già banditi» spiega Andrea Lenzi, presidente del Cun, il Consiglio universitario nazionale, secondo il quale «ciò significherebbe rinviare le comparazioni valutative per le progressioni di carriera di circa 20mila ricercatori e altrettanti associati».

Le elezioni per i membri delle commissioni per i concorsi banditi fino al 30 giugno «dovrebbero svolgersi nei primi giorni di novembre» aggiunge Lenzi, che giudica il possibile rinvio «un grande autogol», anche alla luce del fatto che questi concorsi arrivano «dopo un blocco durato più di due anni». Il provvedimento sarebbe la conseguenza della volontà di Gelmini di riformare il sistema di reclutamento dei docenti e, quindi, anche le procedure per la formazione delle commissioni. Ma l'elaborazione delle nuove regole potrebbe, verosimilmente, ritardare di un altro anno lo svolgimento dei concorsi. «Se l'intervento si limita al blocco delle comparazioni valutative per i ricercatori – avverte Lenzi – va bene, ma se dovesse estendersi anche agli associati sarebbe un ulteriore colpo inferto al rapporto tra università e politica».

Al centro del piano del ministro Gelmini – che è già impegnata in tavoli di concertazione per stabilire le linee guida degli interventi – ci sarà, dunque, la revisione del sistema di reclutamento dei docenti e dei ricercatori. Un sistema che, attualmente, funziona in base a una vecchia normativa, ripristinata in seguito alla mancata applicazione della legge Moratti (n. 230/2005) e alla bocciatura da parte della Corte dei Conti del disegno di riforma messo a punto successivamente dall'ex ministro Fabio Mussi. Proprio sulla questione del reclutamento è arrivata nei mesi scorsi una proposta della Crui, la Conferenza dei rettori, che ipotizza un sistema in due tempi: una prima fase di abilitazione a livello nazionale e una seconda affidata alla responsabilità dell'ateneo che bandisce il concorso.

Altro nodo cruciale da sciogliere sarà quello della valutazione. «L'idea – spiega ancora il presidente del Cun – è quella di rielaborare il progetto dell'Anvur, rendendolo più snello e ponendo maggiore attenzione a quello che l'agenzia deve fare». Il nuovo organismo che giudicherà università e ricerca «si occuperà prinicipalmente di valutazione – sottolinea Lenzi – mentre le funzioni di indirizzo e allocazione delle risorse saranno di competenza della politica».

CHE COSA CAMBIA


Nuovo piano
Il ministro Mariastella Gelmini (nella foto) ha già iniziato gli incontri di confronto per elaborare le linee guida del progetto per l'università che presenterà nei prossimi giorni
Stop ai concorsi
Viale Trastevere potrebbe bloccare i concorsi per docenti già banditi in vista di una riforma del sistema di reclutamento. Il provvedimento dovrebbe riguardare 40mila tra ricercatori e associati in lizza per la progressione di carriera
Valutazione
La misurazione delle performance delle università dovrebbe essere affidata a un'agenzia che si occupi soprattutto della valutazione e non abbia compiti di indirizzo e distribuzione delle risorse, che resterebbero al ministero.
Governance
Il progetto per riformare la governance degli atenei conterrà anche strumenti per coinvolgere i “portatori d'interesse” locali e avvicinare, così, le università al territorio

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