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Mercato elettrico, Confindustria: «Nel dl anticrisi solo vantaggi»

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13 gennaio 2009

«La riforma del mercato elettrico contenuta nel decreto anticrisi (Dl 185) non è a detrimento delle regioni del Sud, anzi è esattamente il contrario». È il vicepresidente di Confindustria per l'Energia e il mercato Antonio Costato a spiegare che «Il Governo si è mosso in maniera equilibrata e organica. Qualcuno si fa guidare male nella lettura dal fatto che in Sicilia, Calabria e Puglia l'energia venga ora venduta a prezzi più alti rispetto alla media nazionale. Il problema non sta nell'efficienza o nella capacità di generazione che è in eccesso ovunque - addirittura in maniera esorbitante nei casi di Calabria e Puglia - ma nella mancanza di reti di interconnessione discendente dai blocchi autorizzativi che da troppo tempo Terna subisce da parte proprio di quelle amministrazioni che ora protestano».

Il vicepresidente di Confindustria ha sottolineato che l'emendamento depositato alla Camera rinforza lo spirito della norma licenziata dal Governo lo scorso 28 novembre. «Sono esaltati gli obiettivi di concorrenza che devono essere alla base anche di tutti i mercati, compresi quelli regolamentati come quello elettrico. Di grande rilievo infine è anche l'articolo che rende accessibili tutte le informazioni relative alle offerte di vendita al Gestore del Mercato Elettrico dopo soli 7 giorni in luogo dei 12 mesi attuali». La trasparenza renderà immediatamente monitorabile il comportamento degli operatori, continua Costato. «Inoltre la possibilità di giungere alla creazione di tre macro zone obbligherà le amministrazioni locali a dare corso agli investimenti in interconnessioni che da troppo tempo Terna vede bloccati con grave danno per l'utenza di tutto il paese».

Fondamentale l'interconnessione per il funzionamento del sistema. «Consente infatti di "importare" concorrenza, cioè prezzi più bassi, ed "esportare" energia proprio da quegli impianti che nel Sud oggi sono costretti a restare fermi per mancanza di sbocchi». Costato ha sottolineato come il deficit di interconnessione sia di impedimento anche allo sviluppo del parco di generazione da certe fonti rinnovabili che per la loro caratteristica di funzionamento ad "intermittenza" – il vento va e viene in maniera imprevedibile – hanno bisogno di essere supportate dalla componente complementare tipica che è l'idroelettrico, prevalentemente presente al nord. «Oggi questa complementarietà è negata dalla debolezza della cosiddetta "dorsale Adriatica" che Terna non riesce a rinforzare».

Costato ha annunciato che Confindustria avvierà iniziative sul territorio per individuare i colli di bottiglia e fare un censimento delle infrastrutture energetiche prioritarie ostaggio dei veti locali, accompagnate anche da proposte in materia di semplificazione delle autorizzazioni delle infrastrutture energetiche.

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