Fini esprime perplessitá sul ricorso alla fiducia a Montecitorio sul decreto anticrisi e il Cavaliere spiega: «Abbiamo ritenuto che la fiducia fosse indispensabile». Un botta e risposta a distanza, dunque, sulla fiducia. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha replicato immediatamente al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, che nel porre la fiducia sul decreto anticrisi l'ha definita un "omaggio" al lavoro delle Commissioni e alla centralità del Parlamento. «Le motivazioni del Governo sono legittime - ha ammonito Fini - ma attengono al dibattito politico: nessuno ha la responsabilità di dire quello che ha pronunciato il rappresentante del governo in aula. La centralità del Parlamento non si può liquidare con un omaggio al lavoro delle Commissioni salvo poi porre la questione fiducia e impedire ai deputati di votare» gli emendamenti.
Il presidente Fini ha ricordato che in tanti anni di vita parlamentare gli è capitato di ascoltare
«molteplici ragioni» con cui un Governo poneva la questione di fiducia. Ma «è la prima volta che
ascolto il rappresentante del governo porre la fiducia in onore del lavoro della Commissione e in omaggio alla centralità del Parlamento. Io mi associo all'apprezzamento per il lavoro delle Commissioni e ricordo al governo che il procedimento legislativo a Costituzione vigente prevede l'esame in Commissione e in Aula». È un diritto del Governo, ha sottolineato Fini, porre la fiducia «ma credo che sia doveroso esprimere valutazioni che sono di tipo politico. L'omaggio alla
centralità del Parlamento lo si fa nello stesso momento in cui si consente ai deputati in Aula di esaminare il provvedimento».
Berlusconi: «Fiducia indispensabile». Poco dopo il premier Silvio Berlusconi conversando con i giornalisti nei pressi di Palazzo Grazioli non ha voluto replicare direttamente alle perplessità di Fini sulla fiducia, ma ha spiegato: «Abbiamo ritenuto che la fiducia fosse indispensabile».
Soro (Pd): «Non vi fidate della maggioranza». Antonello Soro, capogruppo del Pd alla Camera, critica la scelta dell'Esecutivo. «Voi non vi fidate della vostra maggioranza», «consideriamo questa decisione una porta in faccia agli appelli istituzionali». Soro ha ricordato che il Pd «ha mantenuto un atteggiamento responsabile, anche in commissione, mentre siamo stati fermi due giorni con la maggioranza balbettante perchè divisa e incerta sul da farsi. Noi ieri abbiamo responsabilmente ritirato la maggior parte degli emendamenti, chiedendo di poter discutere solo di dieci proposte. E oggi ci viene risposto con la fiducia. Ma questa fiducia voi la ponete perchè non vi fidate della vostra maggioranza che fa sempre più fatica a stare unita». Soro si è quindi appellato al lodo Jotti, una prassi inaugurata dalla presidente Jotti che prevedeva di poter comunque illustrare gli emendamenti presentati dall'opposizione in presenza della questione di fiducia.
Vietti (Udc): «Si mette mordacchia al Parlamento». Forte la reazione dell'Udc alla fiducia posta dal Governo sul decreto anticrisi. «Si mette la mordacchia al Parlamento e si impedisce qualsiasi confronto». L'Udc «aveva presentato 8 emendamenti» ed era disponbile a ridurli «a uno solo, la rimodulazione del bonus famiglia», dunque «non si può parlare di ostruzionismo». Secondo Vietti, se l'esecutivo mette la fiducia sul decreto «lo fa perchè la maggioranza vuole nascondere le vistose crepe che tutti abbiamo visti si sono manifestate al suo interno».
