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L'Upi protesta, inaccettabili alcune norme anticrisi

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19 gennaio 2009

Le province contro il Governo sul decreto anticrisi. Fabio Melilli, presidente dell'Upi, Unione province d'Italia, ha preso carta e penna e ha scritto ai ministri Tremonti, Maroni e Calderoli e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta, chiedendo al Governo di intervenire per rettificare questi errori, evitando le gravi ripercussioni economiche che altrimenti si verificheranno nei bilanci delle Province. Per le Province, secondo Melilli, sono inaccettabili alcune norme del decreto anticrisi, approvato dalla Camera dei Deputati e attualmente al Senato per ricevere il via libera definitivo.

L'attacco dell'Upi riguarda in particolare all'articolo 2-ter del decreto, che consente ai soli Comuni la possibilità di utilizzare le risorse giacenti nelle casse degli enti e spendibili nell'immediato per investimenti programmati e avviati, escludendole dal saldo utile 2009. Una richiesta, scrive Melilli, avanzata dall'Upi da mesi, in sede tecnica e politica: «ma ci è sempre stato risposto che questa strada era impraticabile, perché necessitava di copertura finanziaria. Se dunque ora la copertura finanziaria è stata individuata, desta molto stupore verificare che tale opzione è stata definita per i soli Comuni e non anche per le Province, così come ci si sarebbe aspettati, poiché, ricordo, anche le Province concorrono al risanamento della finanza pubblica attraverso il patto di stabilità interno e sottostanno alle medesime regole contabili dei Comuni».

Melilli punta anche l'obiettivo sul fatto che il decreto approvato riduce l'Imposta provinciale di trascrizione, unica imposta propria delle Province, «intervenendo in maniera unilaterale su risorse proprie degli enti locali, senza che su ciò ci sia stato il benché minimo confronto con le Province».
Un problema che Melilli ritiene tanto più grave se si considera che tutto il settore automobilistico registra una forte flessione «e con esso anche le entrate provinciali collegate, ovvero Ipt e RcAuto: per fare un esempio in Piemonte e Liguria le immatricolazioni nel 2008 sono calate del 16%, e nel solo Piemonte le Province registreranno un calo delle entrate pari a circa 40 milioni di euro». (N.Co.)

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