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Misure anticrisi: prime risposte per gli autonomi

di Jean Marie Del Bo

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14 Gennaio 2009

La manovra anti-crisi (le dimensioni assunte dal Dl impongono di promuoverlo al rango di manovra) guarda anche al lavoro autonomo. Gli interventi vanno dal Fisco al lavoro al rapporto con le banche, ma dovranno dimostrare sul campo di essere in grado di rispondere alle domande di questo particolare mondo di produttori.
Il problema è provare a dare una risposta, in chiave anti-crisi, a coloro che rischiano di essere dimenticati o trascurati da interventi più macro.
Il Governo è intervenuto su tre fronti in campo fiscale. In prima battuta – e la scelta è stata indotta dal timore di una sentenza sfavorevole della Corte costituzionale – sull'indeducibilità dell'Irap da Irpef e Ires. L'introduzione di una deduzione a forfait del 10% servirà forse a chiudere il confronto con la Consulta ma, per avere effetti significativi, dovrebbe essere solo il primo passo di un cammino di più lunga durata. Che, però, intreccerà il federalismo fiscale. Se un ulteriore passo non ci sarà il rischio è quello dell'Iva sulle auto: partire verso una meta, fermarsi e, dopo qualche anno, fare i conti proprio con quella sentenza sfonda-bilancio che si voleva evitare. Altro fronte di sicuro rilievo è l'introduzione del versamento dell'Iva solo al momento dell'incasso. L'effetto è, però, subordinato a due passaggi. In primo luogo la disposizione dovrà ottenere il via libera dell'Unione europea.
Resta, poi, da fissare la soglia di volume d'affari che consentirà di usare il nuovo meccanismo. Finora si è parlato di 200mila euro, ma è evidente che questa scelta sarà determinante per valutare l'opzione. Il terzo fronte è quello dei controlli. La partita degli studi di settore sembra archiviata: i correttivi ci saranno ma non si è intervenuti sull'onere della prova, vuoi per il timore di bloccare un'evoluzione interpretativa favorevole al contribuente, vuoi per conservare allo strumento forza deterrente. Il Governo ha modificato le regole sui ravvedimenti e le varie forme di concordato e definizione che costellano l'ordinamento tributario. Buona scelta se servirà a razionalizzare ulteriormente i rapporti Fisco-contribuenti. Pessima se determinerà per l'Erario un peggioramento della qualità dei controlli (tanto poi si può concordare...) e per i contribuenti la percezione di un sistema fiscale in sanatoria permanente.
Il lavoro presenta una novità quasi rivoluzionaria: gli assegni familiari per gli autonomi. Sembrerebbe che il Governo abbia deciso di superare distinzioni tradizionali e aprire la strada a un supporto alla famiglia che non tenga conto di antiche divisioni del lavoro. Il diavolo, però, ci ha messo la coda. Al di là del fatto che l'intervento sugli assegni è subordinato a un decreto attuativo, l'aiuto arriverà solo a chi è in linea con gli studi di settore. Con ciò riaprendo un dubbio: allinearsi è obbligatorio? La manovra prevede poi la reintroduzione della rottamazione delle licenze nel commercio che costituiscono una forma di pre-pensionamento in vista di un triennio (2009-2011) che si preannuncia difficile. A questo si aggiunge l'attivazione di un Fondo per l'imprenditoria giovanile, che si riverbererà su coloro che si propongono di entrare nel mondo del lavoro dalla "porta" dell'impresa. La partita si completa con l'introduzione di un primo embrione di indennità di disoccupazione per i collaboratori. Un embrione, per le difficoltà che sono legate all'ottenimento del beneficio.
La manovra punta, poi, a favorire l'accesso al credito e a intervenire sul rapporto banche-clienti. La novità forse più eclatante è l'eliminazione della commissione di massimo scoperto se il saldo risulta a debito per un periodo non superiore a 30 giorni. Una svolta che non potrà che essere salutata con favore visto il peso che questo tipo di balzelli possono avere per coloro che si muovono sul sottile filo della concorrenza. Più complessa la partita dei crediti. Già in questi giorni le imprese si sono mosse per contestare i meccanismi predisposti per consentire di scontare in anticipo crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione. Anche qui molto è rimesso ai decreti attuativi, ma il timore è che i meccanismi posti in essere si rivelino onerosi. La manovra, infine, punta, come altre volte in questi anni, sulla semplificazione. Documenti soppressi o dematerializzati e posta elettronica certificata sono solo alcune delle carte giocate dal Governo.
Tante idee, dunque. Che testimoniano di un impegno, ma con risultati che solo il tempo potrà valutare.

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