Alla fine sono diventati 559. Sono 239 le leggi di "rango" primario (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) e 320 gli atti amministrativi che hanno trovato ospitalità sulla scialuppa di salvataggio dell'emendamento 2.100 che li ha risparmiati dall'abrogazione prevista nel decreto taglia–leggi (200/2008). Decreto in fase di conversione che ieri l'Aula della Camera ha licenziato con 287 sì (di maggioranza e Idv), un voto contrario e 202 astenuti (Pd e Udc) e che ora passa al Senato, per essere varato definitivamente entro il prossimo 20 febbraio. Riportando in vita anche 6 provvedimenti inseriti nel primo "taglia-leggi" della scorsa estate.
«Molto soddisfatto» si è detto il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, che ha sottolineato il calo delle astensioni («anche l'Idv ha votato a favore»).
Il testo dà l'addio a circa 28mila leggi, decreti regi e luogotenenziali emanati prima del '47. Ma aveva incluso, nel tentativo di "disboscare" da leggi inutili, anche alcune disposizioni che sottendono al funzionamento di Enti e istituzioni. A partire dagli Albi: salve tutte le disposizioni che riguardano la tenuta degli Ordini professionali, le norme fondamentali per l'elezione dei Consigli e la "cornice" che regola la pratica forense, l'esame di abilitazione e le tariffe dei legali. Resta la repressione per l'esercizio abusivo delle professioni sanitarie, l'esercizio della professione di ragioniere e l'assetto degli Albi di ingegneri e architetti.
Restano in vita anche leggi "storiche", come il trasferimento della capitale da Firenze a Roma, i trattati di pace della prima e seconda guerra mondiale, la restituzione dei diritti civili agli ebrei e l'istituzione della Fao.
Ripescata anche la legge 1966/1939 con le norme istitutive delle società fiduciarie e di revisione. E corretta anche la "svista" che, eliminando la legge 288/1944, faceva venir meno, nel nostro ordinamento, le norme che tutelano il cittadino da eventuali abusi da parte dei pubblici ufficiali. Salva la "devolution" di alcuni servizi alla Valle d'Aosta e lo status di Comune autonomo per le isole Tremiti, la società della celebre enciclopedia italiana «Treccani» e l'istituzione della festa nazionale del 4 novembre. Infine, tra i 559 provvedimenti fanno parte anche l'abolizione della pena di morte dal Codice penale e il funzionamento del Tribunale dei minori.
Infine, il Governo ha presentato un altro emendamento che fa riferimento all'articolo 3 del decreto e agisce sul primo "taglia-leggi", quello inserito nel decreto sulla manovra d'estate (Dl 112/08 convertito con legge 133/08) riportando in vita altri sei provvedimenti: sull'ordinamento di architetti, ingegneri e geometri, l'istruzione elementare e media, la nominatività dei titoli azionari e l'assegnazione di alloggi popolari.
Entro il 30 giugno, il ministro Calderoli dovrà trasmettere alle Camere una relazione motivata sull'impatto delle abrogazioni nell'ordinamento vigente. La decadenza definitiva di tutte le norme abrogate scatterà il 16 dicembre prossimo.