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Le sfide del tfr con i fondi pensione

di Marco lo Conte

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18 febbraio 2009

Sono 3 milioni e mezzo gli italiani che hanno affidato il proprio Tfr al Fondo Tesoreria, "custodito" dall'Inps. Lavoratori che insieme garantiscono in questo modo alle casse dello stato un flusso di 4,2 miliardi di euro: una voce di bilancio ascritta all'attivo delle casse e al passivo dell'ente previdenziale







Dalla fine del giugno 2007 – a conclusione del periodo di silenzio assenso sul Tfr previsto dalla 252/2005 – questa platea di lavoratori unita ai colleghi attivi nelle piccole imprese, confrontano la rivalutazione della propria quota contributiva con quella di chi invece al termine di quel semestre e successivamente ha deciso di aderire alla previdenza complementare.

Nei primi mesi che ha scelto i fondi pensione ha avuto buoni motivi di ritenersi soddisfatto: il tasso di rivalutazione dei contributi della "liquidazione" (1,5% + il 75% dell'inflazione) è stato inizialmente battuto. Poi l'aggravarsi della crisi finanziaria che ha avuto il suo acme nello scorso ottobre ha depresso le performance dei fondi pensioni esaltando d'altro canto la rivalutazione del trattamento di fine rapporto; complice l'impennata inflattiva a cavallo dell'estate scorsa. E così il rendimento medio dei fondi pensione italiani è stata soprassata dalla rivalutazione del Tfr, mettendo in discussione le certezze più consolidate rispetto alla convenienza della scelta previdenziale. Almeno considerando il periodo 2003-2008

Fondi pensione vs. Tfr

Un sorpasso in realtà più apparente che reale, se si considera la modalità di analisi dei "soldi veri", invece che la media dei rendimenti. Oltre alla liquidazione, infatti, in caso di contributo volontario da parte del lavoratore va anche il contributo del datore di lavoro, che varia a seconda dei contratti, in media dell'1,5%. E così nel lungo periodo, chi avesse aderito per primo ai fondi pensione, a ridosso del loro avvio alla fine degli anni '90, nonostante la crisi sistemica scatenata sui mercati finanziario negli ultimi mesi si troverebbe – seppur di poco – in territorio positivo.


E per completare il calcolo di convenienza bisognerebbe aggiungere il beneficio fiscale derivante dal contributo volontario del lavoratore.
Il bilancio 2008 dei fondi pensione, complessivamente, non certo è dei più incoraggianti.




Le speranze sono legate alla capacità dei fondi pensione di guidare i lavoratori versi i comparti più idonei alle esigenze dei singoli lavoratori: più prudenti per chi è prossimo all'età della pensione e ad alta percentuale di azioni per chi è giovane e ha molti anni per veder i valori delle quote ritornare e superare i livelli attuali

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