Secondo le anticipazioni del Sole 24 Ore oggi in edicola, l'operazione di rimpatrio dei capitali su scala europea potrebbe essere lanciata entro fine anno
Uno scudo fiscale su scala europea ma su modello italiano per garantire la massima protezione dell'anonimato per chi lo utilizza. Un euroscudo mirato ai soli rimpatri di capitali detenuti clandestinamente all'estero: senza regolarizzazioni, le mere "emersioni giuridiche" di patrimoni destinati a rimanere nei forzieri dei paradisi fiscali. Uno scudo-3 per l'Italia, che però neanche questa volta dovrebbe riuscire a vincolare i capitali rientrati nel reinvestimento in titoli di Stato: perché questo obbligo violerebbe il principio della concorrenza tra i Paesi membri dell'Ue, che deve essere libera da discriminazioni e favoritismi.
È questa - secondo le anticipazioni del Sole 24 Ore oggi in edicola - l'operazione pan-europea di recupero della ricchezza (denari, immobili, titoli e investimenti finanziari) detenuta dagli europei nei paradisi fiscali, per entità che potrebbero orbitare attorno a quota 2mila miliardi di euro, secondo stime degli esperti in materia. Il progetto dell'euroscudo risulta in via ufficiale "ancora in alto mare", come hanno precisato ieri fonti bene informate.
Ma gli operatori che in Italia hanno seguito da vicino le evoluzioni dello Scudo-1 e dello Scudo-2 sono convinti che vi sia stato di recente «un colpo di acceleratore »: tanto che ora l'obiettivo di Bruxelles (e di Roma) sarebbe quello di lanciare l'operazione entro fine anno, velocizzando al massimo l'iter della stesura della norma. Sul quotidiano tutti gli approfondimenti.