Strasburgo - Conto salato all'Italia per le violazioni della Convenzione europea dei diritti umani, in particolare la violazione dell'articolo che sancisce il rispetto per la proprieta' privata. In base ai dati pubblicati oggi nel Rapporto annuale del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa sulle esecuzioni delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, lo Stato italiano, e quindi i contribuenti, l'anno scorso hanno pagato quasi dieci milioni di euro per risarcire quei cittadini che hanno visti violati i loro diritti. Questa somma, per l'esattezza 9 milioni 737 mila 505 euro, e' in gran parte dovuta ai risarcimenti, stabiliti dalla Corte di Strasburgo, spettanti a quanti negli anni ottanta si sono visti espropriare i loro terreni dagli enti locali. Un importo notevole se si tiene conto che il totale pagato dai 47 Stati membri del Consiglio d'Europa, italia compresa, è di circa 55 milioni. Un altro grande problema tutto italiano che emerge dal Rapporto e' quello della lentezza con cui l'Italia mette in atto le misure che le consentirebbero di rimediare alle violazioni commesse. A dimostrarlo e' il fatto che dei 2.428 casi italiani attualmente al vaglio del Comitato dei Ministri, 2.183 riguardano i cosidetti "processi lumaca" un problema che si trascina davanti all'esecutivo del Consiglio d'Europa dalla fine degli anni ottanta.