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Riforma Brunetta: rischio carcere per falsi certificati

di Gianni Trovati

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21 maggio 2009

Premi divisi in tre gradi di merito, niente class action e carcere fino a 5 anni per i medici che fanno false attestazioni di malattia e per i dipendenti che ne beneficiano. La riforma Brunetta della pubblica amministrazione arriva in Parlamento. La nuova versione dello schema di decreto che attua la legge 15/2009 è stata "licenziata" ieri dalla Ragioneria generale e trasmessa a Parlamento, Conferenza Unificata e Cnel.

Dopo gli aggiustamenti in Consiglio dei ministri, la bozza introduce la possibilità per i contratti collettivi di derogare al rigido meccanismo della ripartizione in tre fasce di merito per tutto il personale. La regola, disegnata dall'articolo 19, continua a riservare il trattamento accessorio in misura intera al 25% del personale, prevede un incentivo dimezzato per un altro 50% e relega nella fascia più bassa, priva di trattamento accessorio, l'ultimo 25 per cento.

I contratti collettivi integrativi, però, potranno modificare la griglia in due modi: cambiando di 5 punti (in aumento o in diminuzione) i confini della prima fascia, a cui destinare il trattamento accessorio integrale, e modificando l'entità e la distribuzione delle risorse fra la seconda e la terza fascia. Per questo secondo intervento il testo non fissa alcun limite a priori, per cui la contrattazione potrebbe anche evitare del tutto di lasciare a secco una quota di dipendenti. Rimane, però, l'obbligo di destinare ai migliori il 50% delle risorse accessorie, con un meccanismo che può quadruplicare gli incentivi per chi ottiene la performance più alta (si vedano le simulazioni sul Sole 24 Ore del 18 maggio), e che quindi limita gli effetti di eventuali deroghe.

Il testo trasmesso al Parlamento conferma il rafforzamento delle misure anti-fannulloni, compresa la reclusione fino a 5 anni e la multa fino a 1.600 euro per il medico che rilascia false certificazioni di malattia e per il dipendente (per il quale c'è anche il licenziamento). La relazione tecnica della Ragioneria si limita a stimare i costi della Commissione nazionale per la valutazione, che chiederà 2 milioni nel 2009 e 4 milioni all'anno dal 2010.

21 maggio 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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