Sindacati divisi sul pacchetto Welfare varato dal Governo: la Cgil boccia il provvedimento, la Cisl plaude, mentre per la Uil, l'Ugl e la Confsal si tratta solo di un primo passo.
Con un occhio rivolto agli ultimi dati dell'Istat sul calo dell'occupazione di aprile nell'industria e nei servizi (-4,1% nelle grandi imprese) la Cgil, per voce di Fulvio Fammoni, accusa il Governo di «predisporre piccoli accorgimenti che non risolvono il problema», continuando a «non coinvolgere le forze sociali» al tavolo di confronto. Fammoni sottolinea che un anno fa il sindacato aveva proposto gli incentivi ai contratti di solidarietà che «giungono ora quando molte delle possibilità di utilizzo sono sfumate», mentre «l'estensione dei meccanismi già esistenti per l'autoimpiego coinvolgerà una fascia molto ristretta di lavoratori». Quanto ai meccanismi di formazione, secondo Fammoni «sono sostanzialmente legati alle scelte aziendali e difficilmente controllabili», è stata invece ignorata la richiesta del «prolungamento della Cigo, che andrà in scadenza in tante aziende nella seconda metà dell'anno, che resta per noi una priorità». Inoltre, la Cgil ricorda che «queste misure non avranno impatto sulle centinaia di migliaia di lavoratori precari in scadenza».
Opposto il giudizio del leader della Cisl, Raffaele Bonanni: molti provvedimenti «vanno nella direzione che abbiamo chiesto», bisogna proseguire «sulla strada virtuosa sostenendo il reddito di tutti i lavoratori con maggiori ammortizzatori» e «incentivando gli accordi sindacali per mantenere i lavoratori nel ciclo produttivo». Più nello specifico, il segretario generale della Cisl giudica «positivo» il potenziamento della cassa integrazione straordinaria e il rafforzamento dei contratti di solidarietà con l'incremento dal 60% all'80% della copertura: «È una nostra richiesta – aggiunge – questo intervento favorirà una maggiore diffusione dei contratti di solidarietà in alternativa ai licenziamenti». Bonanni plaude per la possibilità data alle imprese di utilizzare i cassintegrati in progetti di formazione, anche in attività produttiva, «condizionata come chiesto da noi ad un accordo sindacale». L'auspicio della Cisl è che «durante l'iter parlamentare il testo possa essere migliorato con il concorso delle parti sociali, potenziando gli incentivi per le aziende che assumono lavoratori dalla cassa integrazione o dalle liste di mobilità».
Per la Uil, Domenico Proietti considera il decreto fiscale «solo un primo passo verso una più ampia politica economica fondata su un forte sostegno alla domanda interna», in grado di «far uscire il Paese dalla crisi e di promuovere la ripresa». La Uil «giudica positiva soprattutto la defiscalizzazione degli utili reinvestiti da parte delle imprese». Anche per la segretaria dell'Ugl, Renata Polverini, il pacchetto Welfare è «solo un primo passo verso una maggiore tutela dell'occupazione», ma la manovra «doveva essere l'occasione per dare risposte anche all'emergenza redditi su cui riteniamo si debba ulteriormente intervenire». La salvaguardia dei posti di lavoro è fondamentale per la Polverini, tuttavia «se non si definiscono misure volte a sbloccare il mercato interno la fuoriuscita dalla crisi rischia di essere ancora molto lenta».
Critico il numero uno della Confsal, Marco Paolo Nigi, favorevole alla detassazione degli utili reinvestiti dalle imprese, ritiene che il pacchetto Welfare nel complesso «debole finisca per incidere poco sulla ripresa economica». Per la Confsal il Governo sta eludendo il principale impegno di legislatura, «la riduzione graduale dell'imposizione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e da pensione unita a una vera lotta all'evasione e al sommerso».
Infine le piccole imprese di Confapi esprimono soddisfazione per la possibilità di destinare le ore di Cig a momenti di formazione: «Siamo stati i primi a chiederla – sostiene il presidente Paolo Galassi – e siamo lieti sia stata recepita. Offre alle aziende l'opportunità di prepararsi alla ripresa, acquisendo le giuste competenze per affrontare i nuovi scenari di mercato che si apriranno».