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Carceri sovraffollate. L'Italia
dovrà risarcire un detenuto

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6 agosto 2009

Il ministero della Giustizia rende noti i dati sulle carceri italiane che confermano il sovraffollamento. Al 30 luglio scorso, negli istituti di pena ci sono 63.587 detenuti. I dati resi noti a metà giugno dal Dap, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, segnalavano un totale di 63.416 detenuti. Di questi 30.436 sono in carcere in qualità di imputati, quindi in via cautelare in attesa del processo, e altri 31.192 sono già stati condannati. Gli internati per motivi psichici sono 1.820. Tra le regioni, la Lombardia è quella che ha il maggior numero di reclusi, con 8.455 persone in carcere. Seguono la Sicilia (7.587) e la Campania (7.437). Il Sappe, sindacato di polizia, lancia l'allarme denunciando una situazione ampiamente oltre il limite. Secondo il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, le carceri italiane «si sono ridotte a meri depositi di vite umane» e in 11 regioni è stata superata la capienza tollerabile: Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta e Veneto. Altre due, la Lombardia e la Basilicata, sono al limite.

I dati diffusi ieri hanno riportato l'attenzione sulla condanna subita dall'Italia (si veda «Il Sole 24 Ore» del 17 luglio) a un risarcimento danni di mille euro per aver trattenuto un detenuto due mesi e mezzo in una cella sovraffollata. La Corte europea dei diritti dell'uomo ha, infatti, condannato il nostro governo per aver violato l'articolo 3 della Convenzione, quello che vieta «trattamenti inumani e degradanti» e, per la prima volta, è stato sanzionato a causa della «mancanza di spazio» in cui costringe a far vivere gli "ospiti" delle patrie galere.
La pronuncia nasce dal ricorso di un cittadino della Bosnia Erzegovina, Izet Sulejmanovic, condannato nel 2003, per vari furti, a 1 anno, 9 mesi e 5 giorni di prigione, scontati a Rebibbia. Izet finisce in un cellone di 16,20 metri quadrati che per due mesi e mezzo e per sedici ore al giorno, divide con altre cinque persone. Ognuno ha a disposizione 2,70 metri quadrati di spazio. Ben al di sotto dei 7 metri stabiliti dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e oggettivamente tale, dice la Corte, da rappresenta «in sé» un «trattamento inumano o degradante», a prescindere da altri aspetti della carcerazione.

6 agosto 2009
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