Arriva il buttafuori-gentleman. D'ora innanzi, è una professione regolamentata: un decreto del ministero dell'Interno, appena firmato da Roberto Maroni in attuazione della legge sulla sicurezza, fissa regole e requisiti.
In ogni prefettura, dunque, ci sarà un albo del personale addetto ai servizi di controllo delle discoteche, locali e luoghi di ritrovo. Ma le norme per fare la professione di bodyguard potranno cambiare, forse, anche l'immagine attuale di questi professionisti, quasi sempre giovani palestrati con la faccia cattiva e i modi piuttosto spicci.
Uno dei requisiti per accedere all'albo, infatti, è aver frequentato e superato un corso di formazione regionale che prevede tre settori di studio: area giuridica, per conoscere leggi e codici su ordine e sicurezza pubblica; area tecnica, per sapere le disposizioni su prevenzione incendi, salute e soccorso sanitario; area psicologico-sociale, la novità maggiore. I nuovi buttafuori, insomma, dovranno avere in particolare – prevede il decreto del Viminale – capacità di concentrazione, di autocontrollo e di contatto con il pubblico. Ma anche adeguata comunicazione verbale e consapevolezza del proprio ruolo professionale.
Oltre alla maggiore età e il diploma di scuola media inferiore, il decreto richiede buona salute fisica e mentale, assenza di uso di alcol e stupefacenti e di elementi psicopatologici, certificati da autorità sanitarie pubbliche. Non si può essere stati denunciati o condannati per deliti non colposi né aver subito un daspo, il divieto di accesso alle manifestazioni sportive. Divieto anche per chi aderisce, o ha aderito, a un'organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
L'articolo 6 prescrive che i bodyguard non potranno portare armi - anche se titolari di licenza - né oggetti atti a offendere o qualunque altro strumento «di coazione fisica». Non solo: lo svolgimento delle funzioni non deve comportare «l'uso della forza» o «l'esposizione a profili di rischio». E rimane comunque, nei casi in cui ci siano situazioni pericolose, l'obbligo dell'immediata segnalazione alle forze di polizia. Oltre ad avere con sè un documento di identità, è necessario indossare un tesserino di riconoscimento, di colore giallo fluorescente che, raccomanda il Vimnale, deve portare la dicitura «Assistenza» in caratteri facilmente leggibili.
I gestori dei locali potranno svolgere i servizi di controllo direttamente con il proprio personale, oppure potranno avvalersi dei dipendenti di istituti di vigilanza e investigazione. E gli attuali «gorilla» che fine faranno? Possono continuare a lavorare, ma hanno tempo massimo sei mesi per mettersi in regola.
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