Via libera del Consiglio dei ministri al
decreto legislativo che introduce la class action anche nella Pubblica amministrazione. Si tratta di un ok preliminare del governo: il decreto entrerà in vigore solo al termine del percorso
parlamentare.

Il provvedimento, spiega una nota di palazzo Chigi, detta anche «la disciplina processuale, colmando così una lacuna nel nostro ordinamento». L'organizzazione della Pubblica Amministrazione, rileva la nota, «così come si é definita negli anni, non ha consentito una verifica dei risultati raggiunti attraverso un confronto con i cittadini fruitori dei servizi. Con l'obiettivo del recupero di efficienza dell'apparato pubblico, il provvedimento avvicina la Pubblica Amministrazione alle esigenze, alle richieste e ai bisogni dei cittadini; inoltre, da un punto di vista economico, mira ad un forte recupero di produttività, fattore non secondario ai fini del superamento della crisi finanziaria ed economica».

Viene anche sottolineato che il provvedimento «garantisce la tutela giurisdizionale degli interessati nei confronti delle amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici che si discostano dagli standard di riferimento, prevedendo una tipologia di ricorsi diversa dall'azione collettiva introdotta nel nostro ordinamento dalla legge finanziaria per il 2008, che riguarda le lesioni dei diritti di consumatori e utenti in ambito contrattuale e per certi ambiti extracontrattuale, ma non il rapporto tra cittadini e pubbliche amministrazioni o concessionari in relazione alla natura pubblica del servizio erogato».

Ora lo schema di decreto legislativo sarà trasmesso alla Conferenza unificata ai fini della prevista intesa e alle Commissioni parlamentari per il prescritto parere.