La maggioranza non demorde. L'obiettivo è riuscire a inserire alla Camera nella Finanziaria almeno un paio di interventi per le famiglie: la cedolare per gli affitti, magari in forma soft e graduale; un piccolo ritocco verso l'altro delle detrazioni Irpef per i nuclei a basso reddito con molti figli a carico, nell'ottica di un avvio del quoziente familiare. I margini però sono strettissimi: le chance che entrambi i correttivi possano passare sono poche, anche perché il Tesoro deve già fare fronte alle cosiddette spese obbligate, a cominciare dal finanziamento delle missioni internazionali, e al pressing dei ministeri dai quali continuano ad arrivare richieste di nuovi fondi.
La partita sta comunque per concludersi. Domani per fare il punto della situazione si riunirà la Consulta economica del Pdl (originariamente prevista per oggi), alla quale parteciperanno il ministro Giulio Tremonti, i coordinatori del partito, Sandro Bondi, Ignazio La Russa, Denis Verdini, e i vertici dei gruppi alla Camera e al Senato. La maggioranza si attende da Tremonti un quadro delle risorse eventualmente disponibili per ottimizzare la Finanziaria. La necessità di mantenere la linea del rigore – che il ministro ha sempre considerato prioritaria e che è stata ribadita anche da palazzo Chigi dopo le affermazioni critiche del ministro Renato Brunetta – e le numerose ipoteche già gravanti sui 4, forse 5, miliardi di gettito dello scudo fiscale non lasciano però grossi spazi di manovra.
Il Tesoro, tra l'altro, dovrà garantire la copertura a alcune richieste ministeriali sulle quali c'è già un sostanziale via libera: le risorse per il piano del ministro Stefania Prestigiacomo contro il dissesto idrogeologico e quelle per l'università e la ricerca chieste dal ministro Mariastella Gelmini. A queste richieste occorre aggiungere quelle dei ministri Angelino Alfano e Roberto Maroni per giustizia e sicurezza e dei ministri Maurizio Sacconi e Claudio Scajola su lavoro, rottamazione e incentivi. Anche fuori dal governo c'e auspica qualche novità. È il caso delle imprese, che puntano alla proroga del bonus fiscale del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica: una richiesta in questa direzione è stata formulata con una lettera ai ministri Tremonti, Scajola e Prestigiacomo da Rossella Giavarini, presidente di Confindustria-Finco (Federazione che rappresenta le industrie, i sistemi e gli impianti per le costruzioni e manutenzioni edili e stradali).
La maggioranza, da parte sua, cercherà fino all'ultimo secondo di spuntare qualcosa. I finiani restano attivi; i leghisti, che inseguono il taglio dell'Irap e l'ammorbidimento del patto di stabilità interno per i Comuni, vogliono invece evitare tensioni con Tremonti.
Per il momento l'unica correzione certa è l'inserimento nel testo delle misure sulla Banca del Sud. Il relatore Massimo Corsaro (Pdl) non si sbilancia, limitandosi a definire «praticabile» la strada del convogliamento nella Finanziaria del taglio dell'acconto Irpef previsto dal decreto legge pubblicato sulla gazzetta ufficiale oggi in edicola.
