Ha tutta l'aria di essere un nuovo, grande archivio quello configurato dal disegno di legge contro i furti di identità e le frodi nel settore del credito al consumo. Novità che non fa piacere al Garante della privacy, poco favorevole alla proliferazione di banche dati. Contrarietà che il presidente dell'Authority, Francesco Pizzetti, aveva già espresso al Senato a fine luglio 2008 e ha ribadito questo pomeriggio alla Camera, dove il Ddl è nel frattempo transitato e aspetta di essere esaminato dopo il sì che Palazzo Madama ha espresso a metà settembre scorso.
Davanti alla commissione Finanze di Montecitorio Pizzetti ha chiesto chiarimenti sulle reali finalità del nuovo database, cioè sull'istituzione presso l'Ucamp (Ufficio centrale antifrode dei mezzi di pagamento) del ministero dell'Economia di un grande archivio centrale informatizzato a cui gli operatori finanziari potranno rivolgersi per avere informazioni sulle persone (fisiche o giuridiche) che chiedono prestiti, dilazioni di pagamento o altre facilitazioni. Il Garante ha, però, puntato il dito soprattutto sulla norma che prevede di far nascere un sistema di prevenzione ad hoc nel campo assicurativo. Sempre basato sulla raccolta e gestione di dati personali.
«Un vagoncino normativo – l'ha definito Pizzetti – agganciato al disegno di legge originario nel corso della discussione in Senato, ma che avrebbe bisogno di un iter normativo a sé. Mentre, secondo la norma, dovrebbe essere un futuro regolamento dell'Economia a disegnarne il profilo. Si tratta, insomma, di una disposizione generica e incongrua con il resto del testo, che andrebbe stralciata. Tanto più che nel settore già opera l'Isvap, con la quale abbiamo lavorato per innovare la gestione e la sicurezza dei dati personali».
La norma, però, pare non essere destinata a lunga vita. «Non farà molta strada – ha affermato, rispondendo a Pizzetti, il presidente della commissione Gianfranco Conte (Pdl) – perché qui alla Camera abbiamo sulla questione una diversa sensibilità rispetto al Senato».