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Scudo fiscale 2009: notizie e aggiornamenti

 
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La Svizzera non deve figurare su nessuna black list in Italia

di Lino Terlizzi

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27 ottobre 2009
Hans-Rudolf Merz

La Svizzera è pronta a collaborare con l'Italia e a rivedere la convenzione sulla doppia imposizione. Lo assicura Hans-Rudolf Merz, presidente della Confederazione elvetica e ministro delle Finanze. Che, dopo la «preoccupazione» espressa nei giorni scorsi per le scelte italiane legate allo scudo fiscale (si veda «Il Sole 24 Ore» del 23 ottobre), non lesina ora i segnali di apertura. Ma nemmeno rinuncia a mettere alcuni paletti.

Presidente Merz, la Svizzera viene spesso indicata, anche in Italia, come paese non cooperativo o come paradiso fiscale. Qual è la Sua risposta?
La Svizzera non è un paradiso fiscale. Noi manteniamo un sistema attrattivo, con un carico fiscale competitivo sul piano internazionale. Nel nostro paese, le persone fisiche e giuridiche sono tassate conformemente alla loro capacità contributiva, in virtù della Costituzione e delle leggi fiscali. Se la Svizzera è una delle principali piazze finanziarie mondiali, ciò è dovuto innanzitutto alle competenze e al know how di coloro che operano nel nostro paese, e alla stabilità politica di cui godiamo. Il nostro paese è tra i leader nell'ambito della lotta alla criminalità finanziaria, al riciclaggio di denaro e al terrorismo. Inoltre, la Svizzera è cooperativa in materia fiscale. Nello scorso marzo il consiglio federale ha deciso di adattare le convenzioni di doppia imposizione concluse dalla Svizzera agli standard dell'Ocse sullo scambio di informazioni. Siamo allora riusciti, in soli sei mesi, a firmare 12 convenzioni. Il 25 settembre la Svizzera è stata tolta dalla lista grigia dell'Ocse. Siamo pronti a collaborare con tutti i paesi che lo desiderano. Spero che l'Italia e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, lo desiderino quanto noi.

In che misura in Svizzera esiste ancora il segreto bancario?
La protezione della sfera privata dei clienti svizzeri ed esteri delle banche contro gli interventi ingiustificati da parte dello stato è assicurata. In Svizzera, il segreto bancario è mantenuto. Le possibilità di accedere ai dati bancari da parte di autorità fiscali estere sono limitate a richieste concrete e fondate, inoltrate caso per caso. Il segreto bancario svizzero non copre i reati fiscali, né altri delitti o crimini. In materia di cooperazione internazionale, la Svizzera è un partner attivo. Noi siamo aperti al dialogo con l'Italia.

La Svizzera ha chiesto di essere tolta dalla black list italiana?
La Svizzera non deve figurare su nessuna black list in Italia. Le tre black list di cui dispone l'Italia saranno sostituite dalle white list, le quali avranno come criterio un effettivo scambio di informazioni ai fini fiscali. Secondo il desiderio dell'Italia, la Svizzera ha proposto la revisione della convenzione di doppia imposizione (Cdi) tra i nostri due paesi, applicando gli standard dell'Ocse sullo scambio di informazioni. La palla è ora nel campo dell'Italia.

Come vanno i negoziati sulla doppia imposizione?
In estate l'Italia ha comunicato al nostro paese di voler rivedere la Cdi. La Svizzera è in linea di massima disposta a rinegoziarla e vi sono pure già stati dei colloqui. Tuttavia, in occasione delle trattative anche noi abbiamo delle richieste, che però non rivelerò pubblicamente. Il nostro obiettivo è chiaro: simili convenzioni devono favorire l'economia di entrambi gli stati.

In Italia è in corso lo scudo fiscale. Lei prevede che aderiranno molti clienti italiani con beni in Svizzera?
La scelta di proporre un'amnistia fiscale è una misura che riguarda la sovranità di ogni paese. L'Italia sceglie regolarmente questa soluzione. Per la Svizzera adottare un'amnistia fiscale generale non è un'opzione. L'amnistia solleva sempre grosse riserve sotto il profilo etico e giuridico. Per quanto riguarda l'attuale amnistia in Italia: la libertà di uno finisce dove comincia la libertà dell'altro. Detto ciò, non è possibile misurare l'effetto di questa operazione sui capitali detenuti in Svizzera. La piazza svizzera gode pur sempre di un'eccellente reputazione grazie alla sua elevata professionalità. Di conseguenza, non mi preoccupo del suo futuro.

Ci sarà una forte percentuale di rimpatrio giuridico, cioè di capitali intestati a una società italiana ma lasciati in Svizzera?
Le nostre banche lavorano in modo professionale. Sono sicure e offrono ottimi prodotti. Inoltre la Svizzera dispone di stabilità politica, sicurezza giuridica e di una propria valuta. Vi sono quindi sufficienti motivi per investire denaro da noi. Noi non promuoviamo però l'evasione fiscale.

  CONTINUA ...»

27 ottobre 2009
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