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Finanziaria, avvio difficile in commissione Bilancio

analisi di Dino Pesole

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1 dicembre 2009


Finanziaria "leggera" all'esordio, in ottobre al Senato, e ora in via di trasformazione nel secondo passaggio alla Camera. Era stato del resto lo stesso ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a prospettare fin dal varo della Finanziaria da parte del Consiglio dei ministri, che in dicembre vi sarebbe stato un aggiornamento del testo alla luce degli incassi dello scudo fiscale. Al momento, considerati i 3,7 miliardi che il Governo si attende dal rimpatrio e regolarizzazione dei capitali esportati all'estero, attraverso il pagamento di un'imposta sostitutiva del 5%, la dote complessiva della manovra si avvia a raggiungere gli 8 miliardi.

La fase di avvio in commissione Bilancio della Camera si sta rilevando però più complessa del previsto. Circa il 60% degli oltre 2mila emendamenti presentati da maggioranza e opposizione è stato dichiarato inammissibile. E anche gli emendamenti del Governo sono stati sottoposti al setaccio dei tecnici di Montecitorio, con il risultato che al momento non hanno superato la prova dell'ammissibilità misure di un certo peso, come il "pacchetto Calderoli" con annesse le norme sul taglio degli assessori e dei costi della politica che il Governo avrebbe voluto stralciare dal "Codice delle Autonomie" e inserire in Finanziaria.

Altri sei emendamenti governativi (due in modo parziale) sono al momento giudicati non ammissibili perché di contenuto "non riconducibile" alla Finanziaria, mentre per altri sei si è in attesa della relazione tecnica che ne definisca nel dettaglio l'impatto sui saldi di finanza pubblica.

Motivazioni prevalentemente tecnico-procedurali che tuttavia mettono in luce una qualche approssimazione nel mettere a punto le nuove proposte. Le relazioni tecniche infatti sono un elemento indispensabile per valutare la portata finanziaria delle singole misure. La concitazione tipica di questi passaggi della Finanziaria non aiuta. In più, il presidente Gianfranco Fini ha fatto chiaramente intendere che l'eventuale voto di fiducia potrà essere chiesto solo sul testo che sarà licenziato dalla commissione Bilancio, così da impedire il ricorso ai tradizionali maxiemendamenti che molto spesso riscrivono il testo approvato in precedenza in commissione. Da qui la necessità di concentrare tutte le modifiche in questa fase dell'iter di approvazione della Finanziaria.

1 dicembre 2009
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