Un menu basato sui tagli
Il menu servito agli enti locali è basato soprattutto sui tagli: tutto parte dalla riduzione di 229 milioni in tre anni dei trasferimenti erariali. Per evitare obiezioni di costituzionalità, la manovra prevede che «in relazione ai tagli» i comuni e le province debbano ridurre assessori e consiglieri, e cancellare una serie di istituti. Previsti anche, dal 2009, 760 milioni aggiuntivi per il rimborso integrale dell'Ici sull'abitazione principale; mancano 350 milioni per il 2008
Meno politici
Per risparmiare sulle indennità e coprire i tagli ai trasferimenti, con i nuovi mandati i comuni dovranno tagliare del 20% i consiglieri comunali e prevedere un assessore ogni quattro consiglieri anziché ogni tre come accade oggi. Nelle province la riduzione riguarda solo gli assessori (uno ogni cinque consiglieri anziché uno ogni quattro); a regime le misure aboliscono 35.127 posti, cioè il 22% degli politicioggi attivi negli enti locali. Altri 10mila posti se ne vanno con i consigli di quartiere, che la manovra elimina a prescindere dalle dimensioni delle città
Le «soppressioni»
Fuori dalla politica si prevedono una serie di cancellazioni tout court: addio a direttori generali, consorzi di funzioni e difensori civici
FOCUS
In una città da 100mila abitanti via 250 posti
Prendendo ad esempio un comune piemontese di di 100mila abitanti, capoluogo di provincia, la «cura-Calderoli» prevista dalla Finanziaria 2010 può cancellare anche 260 posti. A regime sarebbero cancellati 8 consiglieri comunali, 4 assessori, il direttore generale, il difensore civico e 240 consiglieri circoscrizionali nei 12 quartieri della città. Completano il conto i direttori dei 12 consorzi della città
Finanziaria: l'elenco della mappa degli interventi