L'articolo 48 della Comunitaria prevede una delega al Governo con misure e sanzioni nei confronti dei datori di lavoro che occupano stranieri extra Ue irregolari
L'immigrato clandestino che lavora in nero e si autodenuncia potrà ottenere un permesso di soggiorno temporaneo per cercare lavoro. Trascorso il periodo, si potrà procedere all'espulsione. Lo prevede l'articolo 48 del ddl Comunitaria all'esame dell'aula del Senato. Nel testo licenziato dalla commissione Politiche dell'Unione europea di Palazzo Madama è prevista una delega al Governo per l'attuazione della direttiva 2009/52/Ce, che introduce sanzioni e provvedimenti nei confronti dei datori di lavoro che impiegano stranieri extra Ue irregolari.
Fra le disposizioni della delega l'articolo prevede inoltre la non applicazione delle sanzioni a carico di quei datori di lavoro che si autodenunciano e siano disposti a regolarizzare i lavoratorie a corrispondergli retribuzioni e contributi arretrati. Prevista anche l'introduzione di nuove sanzioni dissuasive in grado di assicurare l'emersione «più ampia possibile» del lavoro nero, il conseguente recupero fiscale e contributivo e la contestuale tutela del lavoratore sfruttato.
Fra le previsioni anche quella di introdurre meccanismi in grado di garantire l'effettiva percezione delle retribuzioni arretrate ai lavoratori extracomunitari assunti illegalmente, ma anche il pagamento di tutte le imposte e i contributi previdenziali che il datore avrebbe pagato in caso di assunzione legale, comprese mora e sanzioni amministrative.
I decreti di recepimento dovranno anche affrontare il fenomeno dell'intermediazione abusiva di manodopera con l'obiettivo di contrastare il caporalato. Da verificare anche la possibile estensione delle norme contro il lavoro nero extracomunitario anche al lavoro nero nazionale se le norme risultassero più favorevoli per la parte contrattuale più debole. (N.Co.)