Class action, molto rumore per nulla. Farsi giustizia collettivamente utilizzando i due provvedimenti approvati tra metà 2009 e inizio 2010 sarà quasi impossibile, almeno nel comparto dei trasporti. La compagnia aerea è fallita e vi ha lasciati appesi nella sala d'attesa dell'aeroporto? Il treno che prendete tutte le mattine è sempre sporco e in ritardo? Hanno soppresso l'autobus che vi porta da casa al lavoro? Se pensate di utilizzare l'articolo 140-bis contenuto nella legge per lo sviluppo (la 99/2009) per farvi risarcire i danni o il decreto Brunetta sulla Pubblica amministrazione (Dgls 198) per obbligare il Comune a ripristinare il mezzo pubblico armatevi di tanta pazienza e anche di un discreto gruzzolo. E non è detto che ci riusciate. Meglio usare le carte dei servizi imposte dall'Unione europea alle compagnie aeree e alle imprese ferroviarie per ottenere bonus in denaro e i normali Tar per il resto.
È questa l'opinione non solo del segretario di Adiconsum, Paolo Landi, ma anche del responsabile mobilità dell'avvocatura del Comune di Roma, Andrea Magnanelli, e del direttore dell'associazione delle Spa pubbliche di trasporto locale, Guido Del Mese, chiamati da Federmobilità – che raggruppa gli assessori ai trasporti di Regioni, Province e Comuni – a spiegare come funzionerà la class action made in Italy.
Ma sarebbe meglio dire come non funzionerà: tutti hanno definito le due leggi «inefficaci» e «con un deterrente modesto». Perché di difficile applicazione. Il 140-bis si può usare collettivamente solo in caso di diritto violato identico, situazione identica, risarcimento identico. È il singolo consumatore che deve presentare istanza (solo dopo può dare mandato a un'associazione di consumatori di seguire l'iter), farsela accogliere dal giudice, che se la ritiene infondata può costringerlo a risarcire l'impresa chiamata in causa per il danno d'immagine, fare publicità sui grandi mezzi d'informazione a spese sue in modo che tutti coloro che sono stati colpiti dallo stesso danno presentino a loro volta istanza e produrre la documentazione. «Una strada difficilmente percorribile», ha insistito Landi. Anche il decreto sulla Pa è di difficile applicazione: al Comune basterà dire che non ha le risorse per rimettere il bus.
Solo Trenitalia è seriamente preoccupata, in previsione della concorrenza con il secondo operatore di treni Av, Ntv. «Il sistema previsto – sostiene Andrea Parrella, responsabile degli affari legali – è articolato, completo e da non sottovalutare per il danno all'immagine che può produrre».