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In arrivo un piano nazionale
anticorruzione, ecco il decreto

di Nicoletta Cottone

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1 marzo 2010
In arrivo un piano nazionale anticorruzione, ecco il decreto

Un piano anti-corruzione, una banca dati nazionali dei contratti pubblici, gli enti locali dovranno predisporre un sistema di controlli sulle proprie società partecipate. Arrivano norme più severe contro la corruzione, varate oggi dal Consiglio dei ministri.

Sì a un piano nazionale anticorruzione. Arriva anche in Italia un Piano nazionale anticorruzione, come avviene nella maggior parte dei paesi europei. Il Piano sarà predisposto dal Dipartimento della Funzione pubblica, a partire dai singoli piani d'azione, nei quali ciascuna amministrazione centrale indica: il grado di esposizione al rischio di corruzione dei propri uffici; le misure per fronteggiare tali rischi; le procedure di selezione, formazione e rotazione dei dipendenti che operano in settori sensibili; e soluzioni, anche normative, per prevenire e individuare gli illeciti. Una Rete nazionale anticorruzione, composta da referenti di ciascuna pubblica amministrazione, fornirà al Dipartimento elementi per valutare l'idoneità degli strumenti adottati per prevenire e combattere il fenomeno della corruzione, per definire programmi informativi e formativi per i dipendenti pubblici che favoriscano il corretto esercizio delle funzioni ad esse affidate, per monitorare l'effettiva attuazione dei singoli Piani d'azione. Presso il Dipartimento è anche istuituito un Osservatorio sulla corruzione e altri illeciti nella pubblica amministrazione, con compiti di analisi e di informazione.

Arriva una Banca dati nazionale dei contratti pubblici. Nel ddl anti-corruzione è prevista l'istituzione di una Banca dati nazionale dei contratti pubblici, presso l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. L'obiettivo, si legge nella relazione tecnica al provvedimento, «è quello di ridurre gli oneri amministrativi per le imprese e al tempo stesso di accrescere la certezza pubblica». Compito della Banca dati quello di acquisire la documentazione comprovante il rispetto dei requisiti di carattere generale, tecnico-organizzativi ed economico-finanziario prevista dal Codice degli Appalti. Le stazioni appaltanti devono effettuare controlli sul possesso dei requisiti presso la Banca dati e verificare che le modalità tecniche per l'acquisizione, l'aggiornamento e la consultazione della Banca dati siano dettate con deliberazione dell'Autorità.

Elenco dei fornitori in prefettura. Un elenco di fornitori e prestatori di servizi non soggetti a rischio di inquinamento mafioso dovrà essere istituito presso ogni prefettura. Lo scopo è quello di rafforzare i controlli anti mafia nei contratti pubblici e nei successivi subappalti e subcontratti che hanno per oggetto lavori, servizi e forniture. La prefettura, stabilisce il ddl, «effettua verifiche periodiche circa la perdurante insussistenza dei suddetti rischi e, in caso di esito negativo, dispone la cancellazione dell'impresa dall'elenco».

Incandidabili solo negli enti locali i condannati per reati contro la Pa. Viene limitata a livello locale l'incadidabilità di persone condannate per reati contro la Pubblica Amministrazione. Il testo, prevede, infatti, che «alle elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali» non può »comunque ricoprire le cariche di presidente della provincia, sindaco, assessore e consigliere provinciale e comunale, presidente e componente del consiglio circoscrizionale, presidente e componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, presidente e componente dei consigli e delle giunte delle unioni di comuni, consigliere di amministrazione e presidente delle aziende speciali e degli enti comunali autonomi o eroganti servizi sociali, presidente e componente degli organi delle comunità montane». Nessun riferimento, quindi, a incandidabilità di sorta per ruoli di governo nazionali o regionali, eccezion fatta per i presidenti di regione.


Controlli sulle partecipate degli enti locali. Il testo prevede che l'ente locale predisponga un sistema di controlli sulle proprie società partecipate. «L'ente - recita il ddl - definisce, secondo la propria autonomia organizzativa, un sistema di controlli sulle società partecipate dallo stesso ente locale». I controlli saranno esercitati dalle strutture proprie dell'ente locale, che ne sono responsabili».

1 marzo 2010
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